Cronaca
2 Agosto 2014
Grande partecipazione ai funerali dell'astronomo autodidatta. Ma il parroco interrompe la lettura delle dediche

L’ultima dedica dei ‘discepoli’ di Anzul

di Ruggero Veronese | 4 min

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Era la vigilia di Natale dello scorso anno. Per le feste si ritrovano assieme, con le rispettive famiglie, due fratelli tra i quali, per questioni legate all'eredità paterna, negli ultimi tempi non corre buon sangue. Il più giovane dei due, classe 1976, abita nella casa di Pieve di Cento ereditata come proprietà indivisa

Sono più di duecento le persone accalcate nella piccola chiesa di Sabbioncello di San Vittore, tutte riunite per dare l’ultimo saluto all’uomo delle stelle, Angelo Fiacchi. Un uomo che ha dedicato i 73 anni della sua vita alla ricerca, alla scoperta, alla curiosità. E che è riuscito a trasmettere queste passioni alle migliaia di persone che negli ultimi anni hanno visitato il suo osservatorio nelle campagne ferraresi.

In chiesa c’è chi piange per la scomparsa di un amico, di un parente, di un compaesano conosciuto da una vita. Ma è solo una minoranza: in molti sorridono nel ricordare “Anzul” e nel raccontare tutti i piccoli aneddoti sulle sue ricerche e sul suo osservatorio “artigianale” a Sabbioncello di San Pietro, assemblato bullone dopo bullone nel giardino di casa. E sorridono perchè l’eredità lasciata dallo studioso autodidatta ferrarese non si dimenticherà facilmente: tra chi assiste al funerale c’è chi proprio grazie ad Angelo ha scoperto la passione per la scienza, la ricerca, la cultura. Quale che fosse l’argomento dello studio poco importa: ciò che contava, per l’uomo delle stelle, era soltanto la curiosità che alimenta ogni scoperta. Discorsi che le persone presenti al suo ultimo saluto ripetono più volte, decisi a portare avanti la filosofia di quello che, oltre che un eclettico ricercatore, era soprattutto un maestro di vita. Ad assistere al funerale c’è anche la troupe della ‘Farmacia delle Immagini’, un’associazione culturale che proprio in questo periodo stava girando un documentario sulla vita di Anzul.

L’omelia di Don Giovanni Pisa entra poco nel merito della vita di Angelo e invita i fedeli a pregare per la salvezza del proprio caro. “L’unica cosa che conta ora è il nostro impegno nella preghiera – sono le parole del parroco -, dobbiamo prendere di Angelo ciò che di buono ha fatto. Dentro ognuno di noi c’è un universo da esplorare, quello dello spirito, che va ben oltre la materia. Tutto il resto non conta niente, è vanità della vanità”. Ma le vere dediche per Anzul arrivano poco dopo, quando parenti e amici prendono il microfono per leggere alcune dediche. Anche l’attore Vincenzo Iannuzzo si presenta davanti all’altare per leggere alcuni dei commenti più commossi che i lettori di Estense.com hanno lasciato per Angelo. Sono stati i suoi stessi parenti a raccogliere le dediche in due pagine e a proporne la lettura. “Mi sento privilegiato – scrive un lettore -. Ho conosciuto il Galielo Galilei dei nostri tempi”, “Il messaggio più grande che Angelo mi ha lasciato – recita un’altra dedica – è che siamo parte di un’unica cosa. Noi siamo l’universo e l’universo è in noi. Con la sua morte, un atto di amore è avvenuto da un’altra parte dell’universo”.

Proprio queste dediche, giunte in gran quantità ma comunque selezionate dai parenti, innescano una piccola e sgradita polemica in coda al funerale. Durante la lettura il parroco si avvicina a un familiare di Angelo e chiede di tagliare alcune delle dediche per rispettare i tempi della messa. “Sei stato scorretto”, sono le parole del ‘don’, contrariato dal fatto che alla prima pagina di dediche se ne fosse aggiunta anche una seconda “fuori programma”. E poco dopo, rivolgendosi in privato all’attore impegnato nella lettura, si fa ancora meno cortese: “Questo non è un palcoscenico”. Il lettore evita di innescare polemiche e, dopo aver rivolto un’ultima dedica ad Anzul, torna in mezzo al pubblico per lasciare proseguire la messa. Un episodio durato pochi secondi e nemmeno notato da gran parte delle persone in chiesa, ma che lascia comunque l’amaro in bocca ai parenti di Anzul che avevano organizzato la dedica. “Ci fa piacere vedere con quanta partecipazione la gente abbia voluto salutare Angelo, quello che ci è dispiaciuto è stata la cafonaggine dei preti. Siamo molto meravigliati del loro comportamento. Poi non si stupiscano se la gente smette di andare in chiesa”. Una piccola polemica che riportiamo per completezza di informazione.

Ma ciò che contava, oggi, era solo il saluto all’uomo delle stelle da parte di tutti i discepoli più o meno giovani passati per il suo osservatorio. E, a giudicare dalla loro partecipazione , il ricordo di Anzul resterà davvero vivo insieme alle sue amate stelle.

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