Caro Direttore,
so bene di andare contro corrente, ma la vicenda ampiamente pubblicizzata della squadra di rugby che ha scelto di indossare le magliette dell’Arcigay desta in me non poche perplessità.
Il problema, come sempre, non è di principio e mi spiego con un esempio. Quando Leonardo Sciascia criticò i professionisti dell’antimafia non si schierò certamente dalla parte dei mafiosi, ma contro un certo modo, fatto più di apparenza che di sostanza, con utili ritorni variamente classificabili, di ostentare il proposito di combattere l’onorata società.
Ciò premesso, mi è capitato di parlare con un giovane atleta di colore il quale mi ha posto la seguente domanda: perché la squadra di rugby non ha scelto uno slogan contro il razzismo? Perché ha scelto di sottolineare una sola forma di discriminazione?
Difficile rispondere perché, come disse un gentiluomo nel baciare la mano di una bella signora ( o di un bel signore , perché non vorrei essere accusato di omofobia: oggi bisogna stare attenti a come si parla e si scrive, alla faccia della libertà di espressione) da qualche parte bisogna pur cominciare. Ma, visto che a pensar male si fa peccato, però spesso ci si prende (come diceva Andreotti), è innegabile che la squadra di rugby, al di là delle buone intenzioni, faccia la figura della prima della classe nella lotta contro l’omofobia, ottenendo un bel successo pubblicitario. Oltretutto a buon mercato perché, come riferiscono le cronache, era rimasta senza sponsor. Ergo, se avessero trovato come sponsor un supermercato, tanto per dire, non avremmo mai visto la maglietta dell’Arcigay.
Fra l’altro, dato il clima imperante, se qualche rugbysta non fosse stato d’accordo avrebbe fatto meglio a tacere perché sarebbe stato linciato moralmente e tacciato di essere un omofobo, più o meno dichiarato.
Mettetevi nei panni di un giocatore che ha delle perplessità. Con quale coraggio oserebbe manifestarle? Personalmente avrei preferito una bella maglia recante la scritta CONTRO OGNI DISCRIMINAZIONE, meno modaiola e più condivisibile.
Mi permetto infine una domanda : cosa succederebbe se un’altra squadra di rugby venisse sponsorizzata dalle sentinelle in piedi?
Ettore Bianchi