Magra figura per il ministero dei Beni Culturali guidato dal ferrarese Dario Franceschini. L’avviso pubblico per proposte finalizzate alla realizzazione di eventi culturali in occasione della manifestazione “Notti al museo” è stato ritirato dal sito del ministero. Ad essere magra è anche la consolazione per gli artisti, che sarebbero stati i destinatari di questo progetto e che avrebbero dovuto lavorare a titolo gratuito per promuovere un’iniziativa del Mibact, pagando di tasca propria la polizza assicurativa e i diritti Siae.
Un bando definito “beffa” e che ha scatenato reazioni di delusione e disappunto, se non di vero e proprio sdegno. Come quella di Michele Spellucci, violoncellista diplomato al conservatorio di Milano, che nei giorni scorsi ha scritto una lettera aperta per denunciare questa situazione paradossale. L’obiettivo del band, rivolto a “persone singole o associate (associazioni culturali, singoli artisti, complessi) per la realizzazione di eventi culturali (danza, letteratura, musica, teatro)”, era quello di “promuovere la creatività italiana in alcuni dei luoghi della cultura statali più significativi, contribuendo, altresì, a potenziare l’offerta in occasione delle aperture notturne e ad attrarre, di conseguenza, un numero più ampio di visitatori attraverso altre espressioni d’arte”.
E fin qui, come scrive lo stesso Spellucci, “la proposta sembra essere davvero allettante e promettente”. Ma già il punto 2 dell’avviso pubblico riserva la prima sorpresa essendo “rivolto a persone fisiche e giuridiche che intendano realizzare eventi culturali a titolo gratuito in favore del ministero” e proprio non si capisce perché gli operatori culturali debbano essere gli unici a prestare lavoro volontariato e non retribuito. Però la sorpresa più amara, sempre a detta di Spellucci, la riserva l’articolo 6 con il punto 1 (“il proponente dichiara di essere in possesso di adeguata polizza assicurativa di responsabilità civile per danni a persone e cose, esibendone copia a richiesta dell’amministrazione”) e con il punto 2 (“il proponente si impegna ad osservare tutte le norme che disciplinano la realizzazione di eventi, attività culturali, spettacoli da svolgersi in luogo in pubblico e/o aperto al pubblico”). In pratica, oltre a lavorare gratis, gli artisti avrebbero dovuto pagare la polizza assicurativa e i diritti Siae.
“Il ministero chiama a raccolta tutti gli operatori culturali per organizzare eventi che rendano più appetibile una propria iniziativa – conclude Spellucci. – Questa chiamata a raccolta non prevede però solo la beffa di essere a titolo completamente gratuito ma anche il danno di prevedere una serie inspiegabile di oneri a carico degli operatori culturali stessi. Ora, con tutto il cuore, con quale coraggio?”. Una domanda retorica rivolta al ministro Dario Franceschini e alla direttrice generale del Mibact Anna Maria Buzzi. Una domanda non così retorica, a dir la verità, dato che la risposta implicita c’è stata: ritirare il bando.