Tresignana
29 Luglio 2014
Perelli contrario a riunire sei territori, preferendo la fusione con Formignana e Jolanda

Fusione Comuni, la posizione del Gruppo Domus Tua

di Redazione | 3 min
Mirko Perelli

Mirko Perelli

“Partendo dal presupposto che il tema non deve essere dibattuto all’interno delle sedi di partito, ma con la gente, piuttosto della macro-fusione dei sei comuni del mandamento copparese, meglio quella con Formignana, e ancora meglio la fusione tra Tresigallo, Formignana e Jolanda di Savoia”. Mirko Perelli, leader della minoranza Tresigallese “Domus-Tua” (centro-destra, ndr) e fresco della nomina a capogruppo del centro-destra dell’Unione Terre e Fiumi, interviene così sul dibattito che negli ultimi giorni infiamma soprattutto la politica del vicino paese di Formignana.

“Come minoranza di Tresigallo, la nostra posizione sul tema fusione è sempre stata chiara: fusione a tre per sfuggire al cannibalismo copparese. Tale scelta era stata condivisa dal gruppo dopo un dibattito interno scatenato dal lancio del sindaco Barbieri dell’idea di fondere Tresigallo a Formignana”, afferma Mirko Perelli. “Fa specie – continua – che ora Barbieri abbia inserito la retromarcia e tergiversi, atteggiamento che pare assecondare le volontà del Pd copparese, che ovviamente, è già molto soddisfatto dei vantaggi avuti dal Comune di Copparo (soprattutto economico-finanziari) dalla scelta dell’Unione, e che verrebbero consolidati in caso di fusione. Del resto, basta rileggere le interviste pubblicate l’anno scorso per accertare che la fusione a due,a Barbieri andava a genio, anzi, ripeto, ne fu promotore”.

Sul perché riterrebbe importante la fusione a due o a tre, Perelli snocciola dati e concetti, dimostrando di aver approfondito al questione. “Nel caso della fusione con Formignana – afferma, potremo da subito avere un unico segretario comunale, un unico responsabile dell’ufficio segreteria, un unico responsabile dell’ufficio tecnico, un unico responsabile dell’ufficio di ragioneria e, tra pensionamenti e altre cessazioni, 26 dipendenti comunali. Già da qui, risparmieremmo potenzialmente almeno 150.000 euro all’anno. Sul fronte entrate, inoltre si potrebbe contare sul contributo straordinario triennale dalla Regione, di circa 150 mila euro annui, di quello regionale ordinario per 15 anni, di circa 80/90 mila euro annui, e di un ulteriore contributo statale decennale il cui importo varia di anno in anno. Fanno almeno 400/500 mila euro da investire nel primo triennio sul territorio, oltretutto al di fuori dei vincoli del patto di stabilità. Geo-politicamente parlando inoltre si creerebbe un comune di circa 42 km quadrati di estensione e di oltre 7 mila abitanti. Con Jolanda, addirittura, si supererebbero i 150 km quadrati e i 10 mila abitanti. Il peso politico, all’interno dell’Unione, sarebbe certamente diverso rispetto ad oggi. Senza contare i finanziamenti che ovviamente aumenterebbero”.

Perelli spiega poi il motivo della sua contrarietà alla fusione a sei. “Aprioristicamente non sono contrario a nulla – chiude Perelli – ma, il rischio di vedere i nostri paesi trasformati in frazioni di Copparo è troppo alto. Diverremmo, di fatto, periferia di Copparo e, a mia memoria, non si è mai visto una periferia più curata del centro. Se già oggi esistono criticità nella manutenzione stradale, nella cura del verde, nell’illuminazione pubblica, figuriamoci domani. Inoltre, con una fusione più piccola, sarebbe più facile salvaguardare le identità storiche, creare sinergie economiche e turistiche, studiare servizi e strategie occupazionali impattanti. Ma ripeto, è un dibattito che va necessariamente fatto sui territori e con i cittadini, non fra pochi amministratori locali chiusi fra quattro mura, o peggio, nelle sedi del partito. Si porti la questione in piazza, fra la gente, ma si decida e in fretta per garantire la sopravvivenza delle piccole realtà. Le risorse saranno sempre meno”.

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