Cronaca
26 Luglio 2014
Firmato da enti e autorità ferraresi il documento che disciplina come agire per bloccare i soggetti in stato alterato

Un protocollo per evitare altri ‘casi Aldrovandi’

di Redazione | 3 min

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Il prefetto di Ferrara Michele Tortora

È stata sottoscritta in Prefettura dalle principali autorità civili e militari cittadine la “Convenzione per la gestione di interventi d’urgenza su soggetti con alterazioni che pur non richiedendo l’attivazione delle procedure per il T.S.O. sono tali da poter costituire pericolo immediato”. Alla firma erano presenti il prefetto di Ferrara Michele Tortora, il sindaco Tiziano Tagliani, il questore Orazio D’Anna, il comandante provinciale dei carabinieri Carlo Pieroni, il comandante provinciale della guardia di finanza Sergio Lancerin, il direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna Gabriele Rinaldi e il direttore generale dell’azienda Usl Paolo Saltari.

La convenzione ha lo scopo di favorire e rendere omogenea su tutto il territorio provinciale, mediante il raccordo fra organismi sanitari ed organismi di polizia ed il reciproco supporto fra gli operatori, la gestione di interventi di urgenza su soggetti con alterazioni che, pur non richiedendo l’attivazione delle procedure per il Tso (trattamento sanitario obbligatorio), siano in condizioni tali da poter costituire pericolo immediato per sé o per gli altri.

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Un riassunto schematico di come sono distribuite le competenze nelle varie tipologie di intervento

La necessità di predisporre un protocollo ufficiale per disciplinare le tipologie di intervento e per attribuire a ogni operatore le proprie specifiche competenze deriva dall’esperienza maturata negli anni dalle forze dell’ordine – e di certo non manca chi penserà alla tragica vicenda di Federico Aldrovandi -. Nelle premesse del documento si legge che “il caso tipico e maggiormente problematico risulta essere quello in cui un soggetto in stato di palese incapacità di autodeterminazione, opponga un netto rifiuto a ricevere il soccorso da parte del personale sanitario (servizio di emergenza 118) intervenuto sul posto in via autonoma o su richiesta di operatori degli Organi di Polizia” e che “esistono talune condizioni che, pur presentandosi urgenti e complesse, non richiedono comunque necessariamente l’attivazione delle procedure per interventi sanitari obbligatori”.

Il testo scandisce quindi diversi casi particolari, sia in forma schematica (attraverso la tabella che riportiamo a lato) che attraverso spiegazioni più dettagliate. Con la firma del protocollo assumono un ruolo più determinanti gli operatori del 118, che dovranno essere sempre presenti nel momento in cui vi sia la necessità di immobilizzare una persona in stato alterato da alcolici o sostanze stupefacenti. Ogni valutazione di carattere medico dovrà essere infatti eseguita dai soccorsi sanitari, mentre alle forze dell’ordine spetterà principalmente il compito di rendere sicura la zona, allontanando il soggetto in stato confusionale “da altre persone che potrebbero subirne violenza e facendo tutto il possibile per dissuaderlo da atteggiamenti aggressivi”. Per bloccare i soggetti ritenuti pericolosi dovranno essere presenti sia gli operatori di polizia che quelli del 118: i primi per immobilizzare braccia e gambe, i secondi per quanto riguarda testa e torace.

Anche per quanto riguarda il trasporto al pronto soccorso o in altre strutture sanitarie compaiono alcune novità, come la possibilità di far salire un agente delle forze dell’ordine per controllare ed eventualmente contenere il paziente nel caso continui a dare in escandescenze. Ogni ente nominerà i propri referenti, contattabili in caso di necessità o di emergenza, mentre la prefettura potrà riconvocare i firmatari del protocollo per raccogliere le valutazioni periodiche sull’efficacia del documento adottato.

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