Sarà un perito a valutare se le condizioni di Antonio Morza sono compatibili con la detenzione e, successivamente, se è in grado di stare in giudizio e se al momento del fatto era capace o meno di intendere e volere.
Lo scorso primo luglio l’uomo, 54enne pregiudicato, salì su un pullman di linea diretto ai Lidi Ferraresi presso l’autostazione di via Rampari San Paolo minacciando l’autista di portarlo a Bologna, pena il taglio delle parti intime. Una volta fermato dai carabinieri e condotto in caserma, il 54enne ha completato l’opera dando in escandescenze con urla e minacce di morte all’indirizzo dei militari, sferrando numerosi pugni e calci alla porta dell’ufficio. Ad un certo punto ha afferrato una sedia in plastica, ne ha spezzato due gambe e l’ha scagliata più volte contro la porta, danneggiandola. La stessa cosa ha fatto con una finestra in doppio vetro che separa l’ufficio da quello adiacente, infrangendo i due strati di vetro prima di essere bloccato ed evitare che potesse causare altri danni alle strutture o alle persone presenti.
L’uomo è stato quindi portato in carcere in stato di arresto per minaccia aggravata dall’utilizzo di un arma, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato contro beni del demanio, interruzione di pubblico servizio e porto di armi od oggetti atti a offendere.
Ieri si è tenuto il processo per direttissima davanti al giudice Attinà e al pm onorario Elisa Bovi. L’avvocato difensore Andrea Ferrari aveva chiesto l’espletamento di una perizia psichiatrica sull’imputato per valutarne in primo luogo. Il tribunale ha accolto l’istanza e oggi affiderà l’incarico allo psichiatria Luciano Finotti.