Gentile Direttore,
da diversi anni frequento e studio il territorio costiero ferrarese.
Devo purtroppo segnalare che – anche in un territorio che ha uno dei suoi punti di eccellenza nella conservazione dell’ambiente naturale – continuano ad avere successo interventi di distruzione di habitat. Sono infatti proseguite le azioni che qualche tempo fa avevano fatto scomparire la cosiddetta “oasi dei caprioli” nella parte occidentale della bonifica del Mezzano, con la distruzione della vegetazione che si era ivi insediata.
Nella settimana scorsa è toccato all’area presso l’idrovora Foce, all’estremità settentrionale dell’argine Agosta, nel Mezzano nord est, dove le ruspe hanno colmato e spianato i bacini d’acqua dolce, attorno ai quali si concentravano moltissimi uccelli acquatici. Nel corso degli anni il sito era diventato di notevole importanza e vi si radunavano diverse migliaia di uccelli acquatici svernanti, in particolare oche selvatiche di diverse specie. Nel periodo dello svernamento questa concentrazione era diventata un’attrazione per gli appassionati birdwatchers che accorrevano da diverse parti d’Italia, data l’eccezionalità della presenza di alcune specie rare che facevano parte degli stormi.
Indigna il fatto che il guasto è stato perpetrato in una Zona di Protezione Speciale, facente parte della Rete Natura 2000, al confine con il Parco del Delta, nella quale – sulla carta – dovrebbe essere assicurato il mantenimento di elevati livelli di biodiversità. Forse anche questo è un motivo che dovrebbe far riflettere sulla mancata accettazione della candidatura del Delta del Po quale sito Unesco.
Cordiali saluti.
Federico L. Montanari, naturalista