Lettere al Direttore
14 Luglio 2014

Le parole sconcertanti del vescovo

di Redazione | 4 min

Gentile redazione,

rimango sconcertato dalle parole del vescovo Luigi Negri, quando si parla di libertà occorre avere ben chiaro quale sia il principio base, fare in modo che tutte le persone, di qualsiasi colore, religione, orientamento, genere, abbiano gli stessi diritti.

Partiamo subito dall’idea che  la libertà religiosa nel nostro paese non è in pericolo, così come non lo è la libertà di pensiero e d’espressione. Mi chiedo quante delle persone che decidono volontariamente di scendere in piazza in modo passivo/aggressivo contro altri esseri umani conosca realmente la pessima proposta di legge Scalfarotto. La proposta dell’onorevole, che non gode di certo della stima di buona parte del mondo omosessuale, quello che lotta, intendo, non quello che si nasconde ipocritamente dietro forme culturali che non gli appartengono, è una pessima proposta figlia di un vergognoso compromesso con l’ala cattolica del PD e, soprattutto, con una parte della destra. Occorre conoscere i fatti prima di urlare ai quattro venti che qualcuno vuol togliere la libertà di parola a qualcun altro. Le sentinelle in piedi, così si fanno chiamare coloro che scendono in piazza silenziosamente con un libro in mano, non sono solo contro alla legge Scalfarotto, che, comunque, lo ripeto, non toglierebbe di certo loro l’opportunità di dirsi contrari alle persone omosessuali o ai loro diritti, sono contro anche a leggi che potrebbero far avanzare culturalmente il nostro paese. Si dicono apolitiche e aconfessionali ma troppe volte abbiamo visto scendere in piazza insieme a loro fazioni di estrema destra (FN) o di destra (vedi Giovanardi, Roccella, ecc….).

Forse non tutti sanno che in questo paese esiste la legge Mancino contro i crimini d’odio, si tratta di una legge incompleta di cui, da anni, le persone civili chiedono l’allargamento anche alle persone GLBT. Essa infatti prevede le tutele contro “Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Religiosi. Non si capisce bene perché allora le sentinelle in piedi vorrebbero proibire tutele contro le discriminazioni e l’odio verso le persone omosessuali. Se proprio vogliono fare in modo di eliminare la pessima legge Scalfarotto propongano l’estensione della legge Mancino. Io temo, però, che dietro questa sciocchezza del “vogliono proibirci di parlare” esista un consapevole tentativo di proibire ad altri esseri umani di veder riconosciuti diritti fondamentali. Mi chiedo che cosa direbbe l’opinione pubblica se le sentinelle scendessero in piazza, per esempio, contro i matrimoni misti perché, di fatto, le discriminazioni di cui sono protagoniste le persone omosessuali oggi sono le stesse che hanno subito, in altri tempi, i neri. Ideologicamente, oggi, sono le persone GLBT a sedere infondo all’autobus.

Da libraio e operatore del mondo culturale, poi, mi sento doppiamente offeso dalle sentinelle, non si dovrebbe mai usare la cultura per discriminare altri esseri umani. L’utilizzo del libro come forma di “protesta silenziosa” è, lo ammetto, una buona idea. Ma i libri e la letteratura dovrebbero servire ad abbattere le barriere non a costruirle. Il vescovo Negri ha chiaro, mi auguro, la divisione dei ruoli fra stato e chiesa. Esistono i patti lateranensi e il nuovo concordato degli anni ottanta in cui vengono riconosciuti alla chiesa tutta una serie di “agevolazioni” economiche. Ora, se la chiesa non accetta la laicità dello stato e si oppone alla legiferazione  di leggi che sono contrarie “all’ordine morale” della chiesa stessa rinunci ai patti lateranensi. E magari sia anche meno indulgente verso altre forme di “amoralità”.

Questa crociata, non trovo altro modo per definirla, subdola e silenziosa di una piccola parte del mondo cattolico (ripeto una parte non tutto per fortuna), non l’hanno voluta le persone omosessuali che chiedono solo il riconoscimento di diritti insindacabili. Esistono già coppie di persone omosessuali che hanno interessi economici, che hanno un progetto di vita, che condividono affetti, gioie, dolori. Esistono coppie con figli, per esempio. Vogliamo aprire gli occhi e dare un riconoscimento giuridico a queste persone o preferiamo continuare a far finta di niente? A renderci complici silenziosi di orribili discriminazioni? Vogliamo un mondo con persone di seria A e persone di serie B? Mi chiedo cosa tolga, da un punto di vista materiale, culturale, sociale, antropologico, a queste sentinelle il fatto che altri esseri umani possano godere dei loro stessi diritti (gli obblighi ci sono già tutti). Nessuno li denuncerà mai perché sono contrari al matrimonio gay, nessuno li metterà mai in prigione perché trovano l’omosessualità contro natura, lo sanno benissimo. Ma una cosa è essere contrari all’omosessualità per ragioni culturali, di educazione, religiosi o per semplice ignoranza, un’altra è rivendicare il diritto di discriminare, offendere, picchiare una persona in quanto omosessuale.

Mi spiace che il vescovo si sia schierato dalla parte sbagliata della storia, evidentemente non sa cosa significhi subire discriminazioni per il proprio orientamento affettivo e sessuale.

Marino Buzzi

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