Blog
23 Giugno 2014

La bambina e l’uomo giallo

di Francesca Boari | 3 min

Era un giorno di primavera, profumo di nuovo che ritorna a girarti intorno agli occhi e al naso e tanti colori dappertutto. Non ricordo esattamente che età avessi allora, sicuro frequentavo ancora la scuola elementare e la mia maestra si chiamava Giovanna. Aveva dita lunghe e sottili, mentre il viso era rotondo e spesso arrossato, senza ragione. Perciò io la ricordo come la maestra rossa.

Era un giorno di primavera e io ero uscita di casa accompagnata dalla mamma come ogni altro giorno per andare a scuola. Non è vero, non proprio come ogni altro giorno. Quello era diverso. Nelle ultime settimane si sentiva dentro casa un’aria pesante, l’aria grigia, dicevo la sera prima di chiudere gli occhi. Aspettavo dalle labbra della mamma qualche parola di musica, di gioia, di allegria ricomposta. Non arrivavano mai quelle parole. Lei era sempre più pallida, la mamma bianca, e io sempre più timorosa che questa volta sarebbe successo qualcosa di grave intorno e dentro a me.

La mamma mi aveva lasciata con il solito sorriso di coraggio e io mi ero sentita dipingere il cuore di verde come ogni volta che lei riusciva a guardarmi con quei due occhi magici. Quanti colori in quella giornata di primavera, eppure stavo aspettando che qualcosa accadesse ed era come se desiderassi che accadesse il prima possibile. Anche quel giorno la maestra rossa ci aveva fatto cantare “Gente di mare” e noi tutti insieme avevamo intonato quel canto che sapeva odore di vita, tanto che più che nelle orecchie era capace di entrarmi nel naso. La mamma lo aveva messo come suoneria. Oggi so solo che non può più ascoltare quelle note.

Arrivò anche quel giorno l’ora del rientro a casa e, come ogni anno, avevamo insieme alla maestra rossa organizzato un mercatino di piantine aromatiche. Il ricavato lo avrebbe utilizzato la scuola per comperare materiale didattico e carta igienica.

Ad un certo momento ricordo il cielo coprirsi di nubi scure, ricordo che tutto il mio mondo a colori d’improvviso era entrato in una cornice in bianco e nero. Stupita cercai con gli occhi la mamma. Lei non arrivava mai in ritardo. Non la vidi, quel giorno, non subito. Mi allontanai dai miei compagni e dalla maestra Giovanna e girai intorno all’edificio per distrarmi e ingannare l’attesa e la paura.

Dietro un albero vidi un uomo di schiena, un uomo alto, quasi nascosto. Mi avvicinai, gli chiesi se era il papà di qualche bambino, se stava aspettando qualcuno. Aveva occhi profondi come il mare e una voce grave e turbata. Mi disse che si era perso e non sapeva esattamente cosa stava aspettando o chi. Mi avvicinai di più a lui, forse volevo aiutarlo e mi accorsi che il suo viso era giallo e dagli occhi scendevano lacrime. L’uomo giallo mi disse allora che aveva di certo un appuntamento ma chi glielo aveva dato era talmente importante e impietoso con gli esseri umani da non indicare mai né l’ora né il giorno tanto meno il luogo. Allora l’uomo giallo aveva deciso di aspettare vicino alle voci allegre dei bambini e non si sarebbe mosso da lì fino quando l’appuntamento non si fosse svelato.

Non ricordo altro. Solo che gli diedi la mano e il suo volto tornò ad essere bianco mentre le lacrime si asciugarono in un sorriso.

Sentii la voce della mamma che mi chiamava, lo salutai e gli chiesi se il giorno successivo l’avrei trovato ancora appoggiato a quell’albero. Mi disse che non lo poteva sapere. Fu tutto.

Ricordo che abbracciai la mamma come non avevo mai fatto. L’uomo giallo non lo vidi più. Lo conservo nel mio cuore insieme alle sue parole. Non ho mai capito esattamente cosa fosse successo. So solo che da quell’incontro la mamma ha incominciato ad essere rosa, la maestra ha continuato ad essere rossa e il mio cuore è ritornato verde. La mia cornice è perfetta. Non trovate?

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com