Fallita la ‘scalata’ a Banca Etruria, Pop Vicenza si butta su Carife. Dopo il tentativo fallito dell’opa amichevole per 220 milioni di euro l’istituto di credito vicentino “ha constatato che non vi sono i presupposti per proseguire la trattativa in relazione alla prospettata integrazione”.
Ora le energie e le risorse di Bpvi convoglieranno sul capitolo che riguarda la banca ferrarese, ‘fresca’ di proroga dell’amministrazione straordinaria per un altro anno. Lo fa saper direttamente il suo presidente, Gianni Zonin, che a Milano Finanza afferma che “chiuso il capitolo Etruria, ora ci concentriamo sui dossier Cassa di risparmio di Ferrara e Banca popolare di Marostica: istituti interessanti per il nostro piano di espansione”. Ma se per il secondo obiettivo Vicenza rischia di trovare una concorrenza fastidiosa nella Volksbank di Bolzano, per Ferrara, nonostante i pareri negativi espressi dai sindacati, la stratta potrebbe essere in discesa.
Le prime manifestazioni di interesse di Bipop Vicenza risalgono all’aprile scorso e vennero presentate ai due commissari straordinari dell’istituto di credito ferrarese, Bruno Inzitari e Giovanni Capitanio. Già in precedenza l’istituto veneto aveva lasciato intuire velleità di espansione territoriale, acquistando 14 sportelli (12 a Roma, uno a Forlì e uno a Cesena). Avviata la fase di diligence, ovvero l’acquisizione da parte dei potenziali acquirenti di tutte le informazioni sullo stato patrimoniale di Carife necessarie a valutare l’investimento, l’istituto vicentino, ora che ha le mani ‘libere’ da Banca Etruria, potrebbe passare ai fatti ufficializzando la propria proposta.