Eventi e cultura
1 Maggio 2014
L'uomo sopravvissuto a Buchenwald e sua moglie parlano delle persecuzioni razziali

Il racconto di Franco Schönheit all’Alda Costa

di Redazione | 2 min

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Franco Schönheit - Alda CostaNella scuola Alda Costa è conservato un album fotografico degli anni Trenta, quando l’edificio scolastico era intitolato al re Umberto I, con immagini della scuola israelitica di Ferrara: in due di queste sono riconoscibili Franco Schönheit, sopravvissuto a Buchenwald e sua moglie Dori Bonfiglioli, fuggita in Svizzera in seguito alle persecuzioni razziali. Questi due testimoni, che oggi vivono a Milano e proprio in questi giorni sono a Ferrara per la Festa del Libro Ebraico, sono stati invitati martedì 29 aprile a parlare ai bambini della scuola dove loro, tutti gli anni, sostenevano gli esami di ammissione alla classe successiva, da privatisti, poiché provenivano della scuola israelitica di Via Vignatagliata, 79.

Gli studenti della classe IV e V hanno ascoltato con interesse il racconto di Franco e Dori. «Nel 1941 – ricorda, ad esempio, Schönheit – ho dovuto sostenere l’esame della IV ginnasio per entrare nella Prima Liceo Scientifico. Gli ebrei erano separati dagli altri studenti. La mattina degli esami di matematica, io e Corrado de Benedetti veniamo chiusi in una stanza, mentre tutti gli altri ragazzi sono nel corridoio in file di due banchi. Sentiamo che dettano un problema ed un’espressione algebrica». In notevole ritardo consegnano anche a loro due la prova che riescono a superare brillantemente e in brevissimo tempo, a differenza degli altri esaminandi. Ancor oggi Franco, con commozione ricorda l’equità dell’insegnante che diede «a me 8, al mio amico De Benedetti, 7, ad altri sei, 6, mentre tutti gli altri furono rimandati in matematica». Dori invece ha evidenziato non solo il grande disagio nel vedersi separata dagli altri, per gli esami di ammissione al Liceo Ariosto, ma anche l’ingiustizia degli insegnanti al momento della valutazione. Perché ami il duce” era il titolo del tema. Anche se il duce non lo amavo molto, perché da poco tempo mio padre era stato mandato al confino, sono riuscita a superare anche questa prova. Il compito di matematica l’avevamo svolto senza errori a differenza di alcuni figli di gerarchi: noi abbiamo avuto la sufficienza, loro hanno avuto lodevole».

Alla presenza della dirigente, Stefania Musacci, la signora Bonfiglioli ha regalato la sua pagella di III elementare alla Scuola, ritenendo che l’archivio scolastico sia «il luogo più idoneo per conservarla». All’incontro ha partecipato anche la scrittrice Roberta Anau, affermando che, pur non essendo stata coinvolta direttamente dalle leggi razziali, queste rimangono impresse in modo indelebile nella sua mente. L’incontro si è concluso con lo scambio di doni e con un canto ebraico, eseguito dagli alunni della classe IV dal quale si sono lasciati coinvolgere anche i coniugi Schönheit, che hanno apprezzato le qualità dei giovani studenti.

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