Cronaca
30 Aprile 2014
Il giudice Tassoni ha disposto l'imputazione coatta per il padre del bambino, nonostante la richiesta di archiviazione della procura

Accusato di estorsione l’accusatore del prete imputato per pedofilia

di Redazione | 2 min

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admin-ajax (13)Un parroco accusato di pedofilia, mentre il padre della presunta vittima viene imputato per  estorsione proprio ai danni del religioso. Si complica sempre più il caso di un prete della provincia ferrarese che in questi mesi sta affrontando il processo per i presunti atti di pedofilia verso il figlio di una coppia a cui aveva dato ospitalità. Un accusa che l’imputato aveva sempre negato, affermando di essere finito nella “trappola” del padre del bambino che, minacciato di sfratto, avrebbero detto al religioso: “Se mi cacci ti denuncio per pedofilia”.

La vicenda ha inizio nel 2010, quando la famiglia giunge in un paese della provincia ferrarese e viene ospitata dal don, 60 anni, che offre loro vitto e alloggio. Ben presto la convivenza inizia a stare stretta e il prete invita la famiglia ad andarsene. Il 35enne non la vede allo stesso modo e ne nasce una causa civile che darà ragione al sacerdote. La famiglia – marito, moglie e due figli piccoli – però non trasloca nemmeno dopo la sentenza di occupazione abusiva dell’appartamento. Intanto parte la denuncia per violenza sessuale ai danni del bambino della coppia, di pochi anni. Si parla di particolari attenzioni ricevute dal minore durante una festa di compleanno.

Ne è nato così un “doppio processo”, in cui il ‘don’ accusa il padre di bambino di estorsione, ma è a sua volta accusato di atti di pedofilia. Su questo fronte il tribunale sta vagliando le istanze difensive, in particolare per quanto riguarda l’alibi che il prete ha presentato per il giorno dei fatti. La denuncia per minacce ed estorsione era stata stoppata invece di fronte alla richiesta di archiviazione della procura. Un’archiviazione che ha trovato l’opposizione formale degli avvocati Claudio Maruzzi e Marcello Carmelo, difensori del prete, raccolta dopo l’ultima udienza dal giudice Tassoni, che ha disposto l’imputazione coatta per il padre del bambino. Ora la procura avrà due settimane di tempo per formulare l’accusa, poi partirà anche il processo ‘a parti invertite’ in cui il don sarà presente come parte civile.

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