Cronaca
24 Aprile 2014
L'imprenditore, titolare anche di Zabov Moccia e Forplast, è accusato di aver beneficiato della cessione di azioni di una sua amministrata

Infedeltà patrimoniale, a processo il commendatore Ori

di Ruggero Veronese | 3 min

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admin-ajaxC’era anche l’ex amico Emiliano Grandi e ora grande accusatore a fronteggiare il commendatore Primo Ori, nel processo che vede l’imprenditore ferrarese alla sbarra per infedeltà patrimoniale. Ori, noto soprattutto per essere titolare del marchio Zabov Moccia e della Forplast di Formignana, è infatti accusato di aver ottenuto un vantaggio personale cedendo le quote di una società, la Amp, della quale attraverso le figlie e un’altra ditta (Rita Costruzioni, di cui presiedeva il Cda) deteneva una partecipazione azionaria. E proprio da questa cessione deriva l’accusa lanciata da Grandi (attraverso la ditta Vittoria Delta) e raccolta dalla procura di Ferrara: la valutazione delle azioni ‘di famiglia’ risultò infatti raddoppiata rispetto a quella dei titoli in mano alla Rita Costruzioni, con conseguente presunto danno patrimoniale agli altri soci dell’impresa edile.

Il tutto comincia nel corso del 2006, quando Ori imbastisce una trattativa con l’imprenditore Bertolini, già socio della Amp e interessato a consolidare la propria posizione raggiungendo i due terzi delle quote societarie. La famiglia Ori è in possesso del 30,5% della società (0,5% sono del commendatore, il rimanente 30% delle quattro figlie), mentre un altro 12% fa capo alla Rita Costruzioni. Primo Ori porta avanti le trattative per entrambi i pacchetti ma le valutazioni date alle operazioni saranno molto diverse: circa 0,8 euro ad azione per il 12% di proprietà dell’azienda edile, che raddoppiano a quasi 1,6 euro ad azione per il 30,5% “di famiglia”. Quattro anni dopo giunge la denuncia, da parte della Vittoria Delta – che detiene il 49% delle quote di Rita Costruzioni (il rimanente 51% è di proprietà dello stesso Ori, presidente del Cda) – per la presunta infedeltà patrimoniale messa in atto dal commendatore per ottenere un guadagno personale.

Ori, difeso dagli avvocati Gennaro Lopez e Gianluigi Pieraccini, sostiene che la Rita Costruzioni “era perfettamente informata delle due diverse valutazioni”. Anche Emiliano Grandi, socio nell’impresa edile attraverso la Vittoria Delta ed ex amico dell’imputato, comparso come testimone durante l’ultima udienza ma per negare con decisione di essere stato a conoscenza delle due diverse trattative portate avanti da Ori. A sostenere le tesi di Lopez e Pieraccini sarebbe anche una perizia difensiva, che mostra come la valutazione data alle azioni in capo a Rita Costruzioni fosse in linea con i parametri economici del periodo. Ma la difesa punta anche su altri due fattori. Il primo è la “maggiorazione” dei costi in caso di una ‘scalata’ alla quota di maggioranza (in sostanza, consolidare la propria maggioranza assoluta ha un costo maggiore che acquistare una piccola quota di minoranza). Ben più complesso è il secondo punto, secondo cui Bertolini, all’atto dell’acquisto, avrebbe richiesto e ottenuto sostanziose garanzie patrimoniali alla famiglia Ori, che si doveva assumere alcuni dei rischi patrimoniali per la costruzione dello stabilimento Amp. In sostanza, riassume l’avvocato Lopez, “la famiglia Ori ha avuto di più perchè ha dato di più”.

Una tesi completamente rigettata dagli avvocati Massimo Bissi e Giacomo Forlani, rappresentanti come parte civile della Vittoria Delta. Secondo Bissi sarebbe la stessa testimonianza di una delle figlie di Ori a smentire la difesa: la donna sostiene che già prima della trattativa la famiglia aveva ipotizzato il prezzo per la cessione del 30,5% delle proprie quote, senza conteggiare anche le garanzie patrimoniali che furono richieste in seguito. Quel valore fu però lo stesso per cui in seguito le azioni furono effettivamente vendute a Bertolini. Lo stesso acquirente, dal canto suo, ha riferito in aula di aver parlato del costo complessivo dell’operazione – quindi di entrambi i pacchetti azionari -, lasciando a Ori e ai suoi soci la decisione autonoma su come dividere internamente i proventi delle cessioni.

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