Cronaca
23 Aprile 2014
Dalla leggenda di San Giorgio e il drago un laureando immagina la nuova collocazione

Architettura, una sede da fiaba

di Redazione | 3 min

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unnameddi Silvia Franzoni

Lo scontro titanico che oppose San Giorgio ed il drago è riemerso dalla memoria dei ferraresi grazie alla mostra itinerante ‘San Giorgio, il drago e la principessa’ che, con le sue statue a grande e piccolo formato, ha riempito in questi giorni le vie cittadine e Palazzo Turchi di Bagno; nello stesso contesto leggendario si cala anche la presentazione della proposta progettuale del laureando Sandro Cacciatore, organizzata dalla stessa associazione Stileitalico, ieri pomeriggio, presso la Porta degli Angeli. Se è indubbio che l’immagine del santo patrono cittadino è “base e fondamento” del progetto, occorrerà però sottolinearne le distanze: così spiega il prof. Arch. Andrea Ricci, docente di Progettazione Architettonica presso l’Università di Firenze e relatore di Sandro Cacciatore, che evidenzia come “l’idea che si configura visibile (la tesi di laurea, ndr) ha sì un rapporto con San Giorgio, ma deve rispettare l’intraducibilità della vicenda leggendaria”, e ne sarà piuttosto “una rappresentazione, ad evidenziarne i caratteri immanenti che la legano a Ferrara”.

Il progetto è presentato come una ‘fiaba architettonica’ di utopistica realizzazione e, come la più classica delle favole, prende avvio dal “c’era una volta”, una formula quasi mistica che accompagna il pubblico in quel “discorso a ritroso sulla storia di Ferrara che ho io stesso percorso – spiega Sandro Cacciatore – per riscoprire l’essenza della città”: le slide proiettate sono lo sfondo sul quale corre la puntuale rievocazione del laureando, dalla “autocelebrazione estense che si lega indissolubilmente alla vicenda di San Giorgio” alla evoluzione urbanistica della città che “evidenzia la lacerazione delle Mura nella parte meridionale, proprio dove ha sito l’area di progetto”.

Dagli schizzi si arriva ben presto all’idea compositiva finale, ovvero “una nuova sede – continua Cacciatore – per la facoltà di Architettura che si riallacci al progetto comunale che collega la darsena di San Paolo all’ex-Mof, legando così il fiume alle Mura”: proprio qui, infatti, nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo cittadino, l’idea fiabesca prende spazio e forma. Si tratta di un progetto che considera San Giorgio come “essenza antropologica di una città che sconfigge il proprio male”, ed il rendering presentato ben evidenzia un drago raggomitolato su stesso che sfiora, nella sua grandezza, le Mura cittadine e “quindi la principessa, Ferrara tutta”.

Una biblioteca sull’acqua, di bianco dipinta a simboleggiare il destriero e caratterizzata da “una torre a ricordare la celàta”, rappresenterebbe San Giorgio e sarebbe collegata al corpo del drago, e dunque alla terraferma, grazie ad un percorso coperto, nel quale è immediato “riconoscere la lancia che trafigge il mostro”. Sandro Cacciatore spiega con dovizia di dettagli la resa grafica e risulta così semplice ricondurre il camminamento che collegherebbe la nuova sede universitaria a Palazzo Savonuzzi al rivolo di sangue che scende dal corpo ferito del drago. A chiudere la composizione, una pensilina in acciaio corten, posta nella parte più orientale, presso la già esistente darsena di San Paolo, ad unire questa al progetto per un nuovo circolo nautico.

Quello presentato da Sandro Cacciatore è un progetto molto complesso che, nonostante sembri trovare realtà solo nella fiaba, non tradisce le proposte di riqualificazione dell’area, perché le immagini ben testimoniano la volontà di restituire grandezza alla zona attraverso un sapiente uso sincretico di forme architettoniche all’avanguardia e tradizioni letterarie: “il mio progetto – conclude Cacciatore – non vuole essere una trascrizione zoomorfa, ma riflette la città stessa, quella sua monotonia rotta d’improvviso dalla meraviglia di questo o quest’altro monumento, e così ho inteso la ‘biblioteca-San Giorgio’ che si alza verticalmente, drammaticamente, a dispetto di un ‘sede universitaria-drago’ che si stende nel piano”.

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