Una delizia per il palato, ma una maledizione per le imprese di ristorazione. Non tarda ad arrivare la polemica sagre-ristoranti, con lo spunto del “Salone Nazionale delle Sagre” in programma nei prossimi giorni a Ferrara, innescata dal presidente provinciale Fiepet-Confesercenti, Claudio Peretti.
Peretti non esita ad accusare diverse sagre sulla questione della “tipicità” dei prodotti, tirando poi in ballo le normative igienico sanitarie, quelle sul personale e, soprattutto, la fiscalità.
In merito alla tipicità dei prodotti, la Fiepet parte dalla constatazione che il calendario e l’elenco delle manifestazioni ha avuto nel tempo un incremento smisurato “a danno delle numerose imprese di ristorazione che per tutto l’anno promuovono e valorizzano i prodotti della tipicità”. “Ben vengano manifestazioni che promuovono il prodotti tipici locali, come le “17 perle ferraresi”, in quanto se ne giova tutta l’economia del territorio – commenta Peretti – ma devono essere manifestazioni all’uopo finalizzate, di durata contenuta, con un disciplinare e realizzate nei territori da cui i prodotti provengono. Invece assistiamo alle più svariate sagre, dalla pizza alla cotoletta, dal pesce di mare (in località dell’alto ferrarese) agli insaccati, dall’uva alla patata al bollito o alla birra, solo per fare qualche esempio, che nulla hanno a che fare con la promozione di un prodotto, ma esclusivamente per fare cassa per qualche organizzatore, erodendo incassi e redditività alle imprese che quotidianamente devono confrontarsi con oneri fiscali, personale dipendente, adempimenti igienico sanitari, ma anche con la semplice concorrenza”.
Secondo Peretti, in certi periodi e in particolare nell’Alto Ferrarese, “ogni fine settimana qualcuno si inventa una sagra, eludendo tutta una serie di adempimenti quali le normative igienico sanitarie (con gravi rischi per la salute dei consumatori), la regolarizzazione del personale dipendente (spesso ragazzini o minorenni), la valutazione dei rischi, le norme fiscali, ecc., permettendosi di applicare prezzi stracciati”.
Accuse gravi, che starebbero a dimostrare secondo Peretti che tutto questo avviene a danno di ristoranti, bar e pizzerie che non possono fare altro che osservare impotenti. Senza contare la questione della fiscalità: “Oggi – spiega il presidente Fiepet – un ristorante destina oltre il 51% del proprio reddito alla fiscalità. Un agriturismo meno del 35%, un circolo circa il 3%, una sagra zero. E poi ci si meraviglia che si desertificano i centri storici, che chiudono le attività, che ci sono nuovi disoccupati”.
Per la Fiepet, dunque, il problema deve essere affrontato e normato. “In questi giorni – spiega Peretti – si sta discutendo la revisione della Legge Regionale 14/2003 che disciplina tutte le attività di pubblico esercizio. E’ indispensabile che all’interno della legge vengano recepite e apportate le modifiche richieste dalla nostra organizzazione, indirizzate ad autorizzare esclusivamente le manifestazioni che rispondano a un determinato disciplinare, che va dalla territorialità ai prodotti tipici con uno svolgimento limitato e graduale rispetto alla valenza del prodotto (durata massima non oltre 10 giorni), affidando la gestione e la produzione dei prodotti ai ristoratori ed alle imprese del territorio”.
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