“Non ne voglio più parlare, rischiamo di dar loro più importanza di quella che hanno” dice Luca Cimarelli. “Perderemmo tempo a parlare degli altri” conferma Paolo Spath. E in effetti si parla d’altro, eppure bruciava un po’ ancora lo strappo di Nuovo centrodestra e Udc, ieri pomeriggio all’inaugurazione della sede di Vittorio Anselmi, in via Borgoleoni 48. Una sede che per lo meno fino alle elezioni di domenica 25 maggio (ma nelle speranze del centrodestra fino al ballottaggio dell’8 giugno) resterà aperta due ore al mattino e tre al pomeriggio.

“Servirà per ascoltare le proteste dei cittadini, che trasformeremo in proposte” afferma il consigliere comunale di Forza Italia Luca Cimarelli, che elenca le sensibilità portate dal suo movimento alla coalizione, insistendo in particolare sul turismo. “Bisogna liberare il Castello, una vecchia battaglia, vincente, della Lega Nord. Bisogna che torni a essere un luogo simbolo, che sia dei ferraresi e dei turisti: potrebbe diventare la sede di un Museo del Palio, e/o sede di congressi. Insomma bisogna valorizzare quello che c’è, come il Museo Archeologico Nazionale: su dieci turisti, otto non sanno cos’è, eppure è uno dei più belli per quanto riguarda gli Etruschi. E Bazzi&Coloniali è in questo stato da troppo tempo, va restaurato”. Altre priorità sono il welfare (“ora Farmacie Comunali e Asp agiscono in regime di monopolio, ma si può pensare a qualcosa di diverso”), la fine del monopolio di Hera, la salvaguardia dell’Università e la sanità.

Nonostante lo strappo, l’ex coordinatore provinciale Pdl esprime soddisfazione per la raggiunta (quasi) unità del centrodestra: “chi pensava che ancora una volta sarebbe stato litigioso e perso dietro interessi di bottega è rimasto deluso. Stiamo consegnando l’unica vera alternativa”.

Guardando al percorso compiuto, il portavoce di Fratelli d’Italia Spath riconosce i sacrifici che il suo partito ha dovuto compiere sull’altare dell’unità, “abbiamo rinunciato alle primarie su cui tanto avevamo insistito, ma non è stata un’imposizione, bensì una scelta condivisa”. Da studente di Medicina, si concentra sulla sanità: “Cona in quanto tale funziona, ma tutto quello che c’è intorno no. È assimilabile a un ospedale di New York, ma i servizi sono peggio che a Messina: mancano segnaletica, viabilità,… quello che serve per farlo funzionare”. Grande è il timore per lo svuotamento dell’Università, a partire proprio dalla sua Facoltà: anche per questo la loro giunta prevederà un assessore delegato ai rapporti con l’ateneo e un seggio (senza diritto di voto) per gli studenti in Consiglio comunale.

La Lega dal canto suo è sensibile ai temi della sicurezza e del Welfare. “Il Pd nel suo programma non accenna neanche alla Zona Gad, ridotta al degrado dalla sua cattiva coscienza – attacca il segretario provinciale Fabio Bergamini –. Noi lavoreremo per introdurre nelle graduatorie comunali e nell’erogazione di assegni il principio della residenza storica. Si tratta di un diritto pagato dalle generazioni precedenti, oltretutto da altre parti è già legge, ad Argenta ad esempio, solo qui viene negato per un’ottusa ideologia”.

“Sono orgoglioso di essere stato chiamato a candidarmi come sindaco di questa coalizione” conclude Anselmi parlando sotto i manifesti che lo ritraggono con espressione aperta (e senza simboli di partito). “Il programma tiene conto delle posizioni di tutti, comprese quelle dei partiti che non ci vogliono più sostenere – bacchetta –. Sicuramente arriveremo noi al ballottaggio, perché incontreremo la condivisione anche di chi non ha ancora deciso chi sostenere”. Ma se alla fine lo spareggio sarà Tagliani-Anselmi, il centrodestra potrà riaprire le trattative con Ncd/Udc da una parte e con Giustizia, onore e libertà di Rendine dall’altra? Anselmi apre: “al secondo turno chiederemo a tutti gli altri se ci vogliono stare. Senza però annacquare o svilire il programma”.