Lettere al Direttore
17 Aprile 2014

Monsignor Negri ai giovani: “Ogni uomo è superiore al consumismo”

di Ruggero Veronese | 3 min

Carissimi giovani,

ho deciso di scrivervi questo breve messaggio innanzitutto per ringraziare insieme con voi il Signore per il grande evento che ci ha concesso di vivere nella Giornata Mondiale della Gioventù, iniziata con la Messa delle Palme in Cattedrale, continuata e conclusa con la straordinaria esperienza delle testimonianze sulla “Vita bella e vera del Vangelo” alla Sala San Francesco.

Questa giornata ha lasciato nel mio cuore un sentimento di grande certezza: i giovani credenti di Ferrara-Comacchio, e insieme a loro quelli che si sentono ancora e di nuovo inquietati dal grande annunzio del Vangelo, sono una realtà viva e presente. Da questa presenza nasce una grande novità per tutto l’ambiente giovanile di questa realtà sociale. Ho richiamato più volte, anche nel corso di questa giornata, la grande affermazione del Papa Emerito Benedetto XVI: «Noi siamo una minoranza, ma una minoranza creativa». Una minoranza che può creare, nella vita della Chiesa e della società, fatti nuovi di intelligenza e di amore, di capacità di dedizione, di creatività positiva, legata al riconoscimento e all’attuazione della propria vocazione cristiana. Siamo forse ancora un piccolo gruppo a fronte di una maggioranza che assiepa i luoghi di divertimento e non si presenta come un popolo bensì come un insieme di individui soggetti ad una vita consumistica. Sappiate incontrare ciascuno di questi giovani. Sappiate dire a ciascuno di essi che l’uomo è infinitamente superiore all’immediatezza istintiva con cui è tentato di vivere la propria vita e il proprio rapporto con il reale, semplicemente secondo la logica del consumo e del possesso. La vostra testimonianza di cristiani autentici apra davanti al cuore dei vostri fratelli giovani una nuova possibilità di vita che può essere percorsa fin da subito se ciascuno impegna tutta l’intelligenza e tutto il cuore di cui è dotato per riconoscere Cristo e seguirlo.

Quando penso al futuro, anche immediato, penso che questa eventualità è molto più concreta, molto più possibile, di quanto non pensassi un anno fa al mio arrivo in questa Diocesi. Mentre vi comunico il sentimento positivo di questi mesi, in cui ho atteso in prima persona alla pastorale giovanile della nostra chiesa locale, non posso non ringraziare coloro per cui è stato possibile partire con questa decisione e con questa positività. Innanzitutto ringrazio Mons. Marco Bezzi, al quale dobbiamo l’individuazione di piste nuove di presenza soprattutto nel mondo della scuola. Egli continua ad aiutarci nei campi specifici dell’impatto dei giovani cattolici con la vita e le strutture della società. Sono anche molto grato a coloro che hanno condiviso questo cammino dando il contributo della loro intelligenza e generosità: Don Enrico Garbuio, Don Franco Rogato, l’impareggiabile Vincenzo Pisciotta e i membri della Commissione e della Consulta giovanile.

Ciò che sta accadendo è il segno di una particolare predilezione che il Signore ha per la vita di ciascuno di voi e per le attese di tanti giovani che vi aspettano negli areopaghi di questa società, dalla famiglia alla scuola, alla vita sociale, alla cultura e al divertimento. Siate per coloro che incontrate, come diceva Sant’Agostino, come la eco di quella voce che chiama ognuno per nome.

Continueremo insieme questo lavoro e saremo particolarmente attenti, oltre che a concludere, per quest’anno, la catechesi su I Promessi Sposi, a valorizzare, nell’articolazione delle proposte educative, la grande occasione dell’estate che è sempre stata determinante per la vita della Chiesa e la realtà dei giovani. Mettiamo questo nostro lavoro, con la consapevolezza della grazia che il Signore ci ha dato e con il senso anche acuto dei nostri limiti, sotto il manto della Madonna delle Grazie, perché ci accompagni con la stessa continua ed inesorabile passione con cui ha seguito, giorno dopo giorno, la missione di suo Figlio. Sia nostro modello Lei che, come l’ha definita Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater, è stata la prima pellegrina della fede dietro il Signore Gesù Cristo. Benedico tutti di cuore.

Luigi Negri
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa

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