Portomaggiore
17 Aprile 2014
Lo scatto aveva scaldato gli animi di alcuni fedeli portuensi

Foto ‘profana’ sul rosone, i ragazzi si scusano

di Redazione | 2 min

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rosonePortomaggiore. Era diventato ormai un caso che ha agitato gli animi dei fedeli (e non) portuensi , suscitando anche commenti dai toni caldi, ma la vicenda della foto scattata a un ragazzo pakistano in posa sul rosone della facciata della chiesa Collegiata si è già risolto con una richiesta di scuse e la promessa tra le due comunità di rispettarsi e conoscersi meglio.

La foto, che circolava in rete dalla settimana scorsa, ritraeva un ragazzo in piedi all’interno di uno dei due rosoni esterni della chiesa mentre un altro ragazzo a sua volta scattava un’altra foto più ravvicinata. Lo scatto, da molti considerato “profano”, aveva scatenato qualche polemica anche sui social network. Il caso si è però chiuso in fretta: lunedì sera (14 aprile) alla Casa della Gioventù parrocchiale si sono incontrati l’arciprete don Giuseppe Negretto, il sindaco Nicola Minarelli, il rappresentante della comunità pakistana Muhammad Arshad e i ragazzi protagonisti delle foto. In precedenza c’era già stato un incontro nel quale ci si era proposti di parlare con i due ragazzi per ascoltarne lo spirito e le motivazioni del gesto oltre che per spiegare quali reazioni aveva suscitato nella comunità cristiana sentitasi provocata nella propria sensibilità di fede e culturale.

I ragazzi si sono scusati per l’accaduto, hanno spiegato che non era minimamente loro intenzione offendere né l’edificio, né la religione che rappresenta è hanno capito che bravate di questo tipo, seppur senza intenti provocatori, possono offendere la sensibilità di alcuni. L’incontro è stato però anche occasione per ribadire con più forza quanto sia importante per la convivenza il rispetto religioso culturale, al fine di rinsaldare e non rallentare il dialogo tra le comunità presenti a Portomaggiore. Don, sindaco, rappresentante della comunità pakistana e i ragazzi si sono poi lasciati con l’intenzione di promuovere una conoscenza reciproca maggiore e con l’obiettivo, fermamente ribadito, che fatti come quello accaduto la settimana scorsa non si debbano più ripetere in futuro.

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