Mesola
13 Aprile 2014
Il consigliere: "Bisogna fermare uno scempio che si protrae da ben 17 anni"

Scarico fanghi, Bernardi si rivolge al Ministero dell’Ambiente

di Redazione | 2 min

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Immagine d'archivio

Immagine d’archivio

Mesola. Il consigliere comunale di Mesola Luca Bernardi torna all’attacco contro lo scarico fanghi di Massenzatica. Bernardi si dice del tutto insoddisfatto delle risposte del sindaco Marchesini e dell’assessore provinciale all’Ambiente Bellini riguardo lo “Sversamento fanghi Az. Agr. Monzardo” all’ordine del giorno del consiglio comunale aperto lo scorso 20 marzo. Per questo Bernardi ha inviato al Corpo Forestale del Ministero dell’Agricoltura, quale referente per il paesaggio, e al Ministero dell’Ambiente, una relazione descrittiva che denuncia il “continuo e perpetrato sversamento di tale materiale, che non trova alcuna spiegazione logica nelle migliorie agricole”. L’obiettivo del consigliere, quindi, è quello di “poter fermare uno scempio che si protrae da ben 17 anni”.

“È dal 1997 – recita la lettera – che a Massenzatica si registra un continuo e persistente sversamento di scarti di lavorazione di rifiuti, fino al 2009 inseriti nella categoria ‘Fanghi o Ammendanti’ e poi catalogati come ‘Correttivi’. Faccio notare che stiamo parlando di migliaia di tonnellate in un’area inserita in zona Ptpr (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale ) che dovrebbe occuparsi della conversazione dei paesaggi regionali”.

L’invito lanciato è quello che “gli organi preposti si attivino immediatamente alla risoluzione di questo annoso problema” perché “sta provocando grave disagio nella cittadinanza di Massenzatica e Monticelli”. Una soluzione potrebbe essere data da una campagna di campionamenti del terreno che “facciano finalmente luce sulla reale o meno presenza di metalli pesanti, come determinato dalle analisi effettuate sul terreno nel 2000 che vedevano un’alterazione del terreno denunciato anche dai Carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico di Bologna) alla Procura di Ferrara”.

Dalle analisi, infatti, emerge un “valore così basso di Csc che potrebbe essere interpretato come il segnale di una elevata mobilità di metalli pesanti. Visto che il materiale in questione, il fertilizzante, presenta anche se in minima parte la presenza di metalli pesanti e visto che si trova in un territorio sottoposto a vincoli paesaggisti, ha tutte le caratteristiche per essere interdetto dai sversamenti per la sicurezza delle persone, degli animali e delle piante”.

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