Cronaca
22 Marzo 2014
Metri di nastro giallo per delimitare la 'scena del crimine'. E l'Università risponde: "Animali indispensabili per la ricerca"

Blitz animalista nello stabulario Unife

di Daniele Oppo | 5 min

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Dopo il blitz degli animalisti avvenuto nell’aprile 2013 nello stabulario del Dipartimento di Farmacologia, Chemioterapia e Tossicologia medica dell’Università di Milano si scalda l’aria anche a Ferrara intorno alla tematica della sperimentazione biomedica sugli animali: nella notte tra il 20 e il 21 marzo gli attivisti di Animal Amnesty hanno messo in scena un’azione simbolica nei cantieri della futura animal facility dell’Università di Ferrara senza però arrecare alcun danno.

Nella notte gli attivisti animalisti hanno infatti delimitato, e messo idealmente sotto sequestro, i cantieri del futuro nuovo stabulario dell’Università di Ferrara apponendo il nastro giallo della ‘scena del crimine’ per – afferma Animal Amnesty – “denunciare i delitti che quotidianamente si compiono dentro i laboratori di vivisezione. Crimini nascosti, sepolti, inimmaginabili che in questo modo gli attivisti vogliono denunciare e mettere sotto il riflettore”.

“La Regione Emilia Romagna, attingendo ad un Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – contestano gli attivisti animalisti – sta finanziando la costruzione di un nuovo stabulario all’interno del polo Chimico Biomedico dell’Università degli Studi di Ferrara. Il nuovo edificio verrà destinato ad Animal Facility e si occuperà della stabulazione, ovvero della prigionia, e dell’allevamento degli animali da laboratorio utilizzati a fini sperimentali”. Decine e decine di metri di nastro giallo con la scritta “scena del crimine – non oltrepassare” sono stati apposti ai cantieri del nascente stabulario “per svelare – affermano gli autori del blitz – la realtà che avviene ogni giorno all’interno dei laboratori di vivisezione italiani”. I laboratori che sono in costruzione vanno ad ampliare lo stabulario del Laboratorio per le Tecnologie delle Terapie Avanzate già esistente. Il costo dell’operazione è di oltre 1 milione e mezzo di euro, “Tutti soldi – commentano gli attivisti – di contribuenti ignari, inconsapevoli del fatto che i loro contributi finanzieranno la morte di migliaia di animali”. “Milioni di uomini muoiono perché non ci sono cure efficaci – proseguono gli animalisti – miliardi di animali muoiono per una ricerca che non è capace di trovare cure.Tutto questo non può continuare, è ora che la ricerca trovi nuovi paradigmi e si diriga verso modelli capaci di salvare davvero gli esseri umani e non uccidere animali innocenti.”

La stessa associazione da tempo polemizza contro la costruzione del nuovo stabulario chiedendo che venga convertito in un progetto che non utilizzi animali per la ricerca biomedica. Un’altra associazione, Animal Defenders, ha invece scelto un altro percorso per la protesta dando il via a una petizione online per opporsi allo stabulario (con banchetti anche in piazza oggi sabato 22 marzo dalle 9 alle 20 sotto il Volto del Cavallo) e si dissocia dall’azione di contestazione realizzata da Animal Amnesty: “Le azioni di Animal Amnesty e la campagna No Stabulario Ferrara di Animal Defenders con la petizione ufficiale sono parallele ma non sono parte dello stesso progetto. Per questo motivo rivendichiamo la petizione e le altre iniziative presenti sul sito della protesta No Stabulario Ferrara, ma precisiamo che non abbiamo preso parte al blitz all’Università degli Studi di Ferrara.”.

A stretto giro arriva la risposta dell’Università di Ferrara dopo il blitz notturno degli attivisti di Animal Amesty nei cantieri del nuovo stabulario Unife.

“L’Ateneo e tutti i ricercatori ferraresi – affermano da Unife – seguono con la massima attenzione lo sviluppo del dibattito intorno alla sperimentazione animale e sono ben consci delle delicatissime implicazioni di ordine etico e morale. L’Università è pertanto ben lieta di valutare tutti i suggerimenti che la società civile ritiene di formulare ed aperti al confronto più franco e sincero. Tuttavia – precisa l’Ateneo ferrarese – corre anche l’obbligo di sottolineare che l’ uso degli animali da esperimento è una componente indispensabile della moderna ricerca biomedica: non è corretto affermare che l’ uso di colture cellulari (in vitro) o la modellistica computerizzata (metodiche di indagine peraltro ampiamente utilizzate nei nostri laboratori) possono sostituire completamente lo studio dei processi fisiopatologici nell’organismo vivente (di necessità un animale da esperimento, se non vogliamo ricorrere direttamente all’essere umano). Come più volte sottolineato da eminenti ricercatori, non sono disponibili “metodi alternativi” alla sperimentazione animale, ma solo “metodi complementari”.

“Certamente – specifica l’Università – i modelli animali non sono sempre accuratamente predittivi delle risposte verificabili nell’essere umano, ma nella stragrande maggioranza dei casi lo sono, e con ragionevole accuratezza. Corre l’obbligo di sottolineare come non risponda al vero l’ affermazione più volte riportata che ‘Sempre più articoli vengono pubblicati su riviste scientifiche come il British Medical Journal, JAMA, Nature, International Journal of Medical Sciences, Science, PNAS, che ribadiscono la mancanza di predittività del modello animale’. Non esiste nessuna rivista scientifica seria che metta in discussione l’assoluta necessità di verificare in un modello animale l’ effetto di un farmaco, prima di trasferire la sperimentazione all’essere umano. Non esiste nessuna rivista scientifica seria che metta in dubbio l’assoluta importanza dello studio di modelli animali per la comprensione di processi biologici o fisiopatologici fondamentali negli esseri umani, dallo studio della cancerogenesi a quello delle cellule staminali. È invece certamente vero – affermano da Unife – che gran parte della comunità scientifica si interroga continuamente e responsabilmente sulle iniziative da intraprendere per ridurre l’uso di animali da esperimento e evitare con il maggior impegno possibile qualsiasi sofferenza inutile. Proprio al fine di concretizzare tale volontà l’Ateneo di Ferrara ha programmato la realizzazione di una Animal Facility all’avanguardia e i ricercatori si ispirano alla Dichiarazione di Basilea per la limitazione dell’ uso degli animali da esperimento e per la riduzione delle sofferenze”. Sulla stessa posizione è anche il docente Unife Ottorino Belluzzi – contattato da Estense.com – presidente del comitato etico sulla sperimentazione animale: ““È evidente che il problema non è lo stabulario in sè – afferma – ma l’accettare o meno la sperimentazione animale. Con la nuova animal facility – spiega Belluzzi – verranno chiuse delle strutture che non sono state concepite in partenza per ospitare degli animali e  verrà creata una grande struttura più adatta e con controlli continui, centralizzando anche alcune strutture di supporto. Il nuovo stabulario – afferma ancora Belluzzi – è funzionale all’applicazione dei principi delle 3R (rimpiazzare, ridurre, rifinire, ndr) e in particolarmente al raffinamento delle procedure per ridurre al minimo condizioni di stress e dunque migliorare le condizioni di vita degli animali”.

L’Università di Ferrara assicura che il principio che informa l’ attività di tutti i ricercatori è agire secondo “scienza e coscienza” nel più assoluto rispetto dei più rigorosi principi etici e delle norme di legge. Su queste basi, l’Atenero “ritiene di dover agire nella più assoluta onestà e trasparenza che è anche aperta al più franco confronto su queste fondamentali tematiche”.

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