Cronaca
14 Marzo 2014
Presentato il simbolo ideato dall'artista Marcello Carrà del servizio scolastico per ragazzi

Nuovo logo per la “Scuola in ospedale”

di Redazione | 4 min

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da sx Marialivia Brunelli_ Marcello Carr├á_Stefania Musacci_Gabriele Rinaldi_Elena ZeniSi è svolta giovedì 13 marzo una conferenza stampa presso l’Azienda Ospedaliero – Universitaria S. Anna di Ferrara per presentare il nuovo logo della “Scuola in ospedale” e la donazione di quaderni decorati fatta a favore della pediatria. Erano presenti il direttore generale Gabriele Rinaldi e la dirigente dell’area comunicazione Patrizia Fabbri. L’incontro si è tenuto all’interno della biblioteca del reparto di pediatria ed ha visto protagonisti una quarantina di bambini della quinta A e quinta B della scuola primaria statale “A. Manzoni” di Ferrara, accompagnati dalle insegnanti Leonarda Pivari e Cinzia Travagli e dalla dirigente scolastica, Stefania Musacci. All’incontro era presente anche Marcello Carrà, artista noto a livello nazionale, che non solo ha ideato il logo ma ha anche donato la versione originale all’Azienda.

“Questo logo – spiega l’artista – nasce partendo dal simbolo stesso dell’ospedale, con la croce rossa e il letto bianco, che viene tracciato dal piccolo alunno su una lavagna e diventa il segno ‘più’ di una semplice somma. Il pigiama con i colori del cielo e le tinte pastellate della stanza sono una metafora del clima sereno che si noi vorremmo si respirasse in questi luoghi. Il logo sintetizza quindi sia l’attività scolastica sia quella di assistenza, che si svolgono all’interno dell’ospedale a servizio dei giovani degenti. Il bimbo è allegro, anche se deve affrontare un’ “operazione”, che è sia quella matematica alla lavagna, sia quella, ben più importante, che lo aspetta in una sala operatoria. E si spera che entrambe siano semplici e che il risultato sia corretto”.

Purtroppo la “Scuola in Ospedale” è una realtà bellissima ma poco conosciuta. “Una delle belle cose dell”Italia che va’ – spiega Marialivia Brunelli, docente di materie letterarie alla Sio –, da valorizzare maggiormente. Quando andiamo nelle stanze nei piccoli degenti a offrire questo importante servizio, spesso i genitori non ne sono a conoscenza”. Un servizio che va dal semplice ausilio nell’eseguire i compiti nel caso di degenze brevi, fino ad attivare veri e propri percorsi curriculari per le degenze più lunghe, che possono poi essere portati avanti dagli stessi docenti della scuola di provenienza dell’alunno ricoverato con l’attivazione del servizio domiciliare: in alcuni casi, se è prevista un’assenza superiore ai 30 giorni, possono essere gli stessi docenti di classe dell’alunno ad andare a casa sua per effettuare “lezioni a domicilio” parallele a quelle svolte in classe. Un servizio che è molto utile soprattutto nei casi oncoematologici dove l’immuno-depressione impedisce ai ragazzi di poter frequentare le lezioni in classe per tempi anche molto lunghi, evitando di perdere l’anno scolastico.

L’attività della Sio è attiva dal 2001 a Ferrara presso il reparto di pediatria dell’ospedale S. Anna e presso la medicina riabilitativa “S. Giorgio”. Dal 2012 l’istituzione assegnataria è l’istituto comprensivo statale “Alda Costa” di Ferrara. All’interno della Sio operano due docenti: una di italiano, storia e geografia e l’altra di matematica e scienze. L’attività delle insegnanti si svolge prevalentemente tramite lezioni individuali ed assistenza nell’attività di studio; in caso di degenze lunghe avviene la “presa in carico” dell’alunno in accordo con la scuola di provenienza. L’aula che accoglie la Sio nella sede di Cona è dotata di una lavagna multimediale interattiva, completa di web-cam, computer e stampante multifunzione. Questa dotazione facilita la didattica con gli studenti ricoverati e, in caso di degenze lunghe, li mette a contatto a distanza con la loro classe.

“Vorrei sottolineare – dice Elena Zeni – la nostra attività presso il Centro di riabilitazione San Giorgio, dove quest’anno abbiamo già attivato percorsi scolastici per otto ragazzi che hanno subito traumi cranici a seguito di incidenti molto gravi. Molti di loro sono usciti dopo mesi dal coma, e vederli ora sui libri per affrontare addirittura un esame di maturità, è una cosa commuovente. Il loro coraggio e loro motivazione, unita a quella dei loro genitori, è un importante insegnamento di vita: dovremmo essere noi le insegnanti e invece spesso impariamo noi da loro”. L’inserimento nel percorso scolastico della “Scuola in Ospedale” è spesso fondamentale per motivarli maggiormente ad affrontare il percorso riabilitativo. “Non dimenticherò mai la frase di una ragazza dell’ultimo anno del liceo classico che nell’incidente in moto che l’ha portata al coma ha perso il suo ragazzo – mette in evidenza Marialivia Brunelli -. Non è un caso che alla maturità abbia voluto fare un percorso a partire dalla scultura di Canova “Amore e psiche”, simbolo dell’amore eterno. Ci ha detto: ‘Grazie a voi ho ritrovato la motivazione a vivere’. Per un insegnante non ci può essere gratificazione più grande”.

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