Lettere al Direttore
4 Marzo 2014

“Marattin, siamo disponibili per ripetizioni sulla Me-Mmt”

di Redazione | 6 min

Mi è stata segnalata una coppia di articoli contro la ME-MMT usciti qualche giorno fa su estense.com (http://www.estense.com/?p=354531 e http://www.estense.com/?p=354961), il cui contenuto mi spinge a qualche considerazione sparsa. I protagonisti sono Luigi Marattin, assessore al Bilancio del Comune di Ferrara e ricercatore di Economia Politica, e Alberto Bisin, professore al Dipartimento di Economia della New York University.

Noi di Me-Mmt Italia siamo sempre pronti e disponibili al dibattito costruttivo. Peccato che, come spesso accade in casi del genere, questi due articoli di “critica” alla Me-Mmt sono una minuzia di critica nel merito e una vagonata di toni insolenti e provocazioni che non meriterebbero risposta.

Non volendo pormi a un tale basso livello sorvolo, anche per rispetto dell’intelligenza del lettore, sulla miscellanea di allusioni e mistificazioni sparse a profusione dall’assessore (Warren Mosler definito villanamente da questo assessore derivato come “il produttore di auto”, grossolanità, da parte dei due paladini dell’austerità, “l’idea che chiunque in Economia possa alzarsi e dire la sua” ecc.…) limitandomi a dire che, quantomeno per i toni sgradevoli e irrispettosi usati, Marattin se ha un minimo di educazione farebbe bene a scusarsi.

Sorvolo anche sul suo “ho sollecitato i sostenitori della Teoria a un confronto con me (…) ma non hanno mai voluto dar corso alla richiesta” (che, peraltro, è una menzogna di cui abbiamo le prove n.d.a.), “questa è la prova che i loro argomenti sarebbero stati smontati”. Il problema, caro assessore, non è stabilire chi smonta o che “centinaia di ferraresi credono che il debito pubblico non esista”. Il problema è che persone che hanno conseguito un dottorato in economia credono che il sistema monetario moderno funzioni ancora come quello basato sull’oro e non riconoscono la differenza tra un debito denominato in una valuta che lo Stato emette, e un debito denominato in una valuta che lo Stato non emette. Mi fa poi specie che il professor Alberto Bisin, da accademico qual è, rifiuti a priori e a piè pari una teoria economica (“follie”, “stupidaggini immense”, “megagalattiche”): e questo sarebbe l’approccio di un accademico che “lavora in uno dei maggiori dipartimenti di Economia al mondo”? Il professore Bisin dice che “il ripudio del debito da parte di uno Stato è possibile, e potrebbe anche essere nel suo interesse. Bisogna però sapere che dopo, per un po’, questo Stato ovviamente non potrà più accedere al mercato del credito e la gente soffrirà: in Argentina la cosa fu drammatica, per evitare la fuga di denaro tutti i prelievi furono bloccati per due settimane e l’inflazione galoppò”. In questa affermazione ci sono almeno due errori: il primo è quello di estendere considerazioni eventualmente valide in un sistema a moneta convertibile (Argentina pre-default) a un sistema a moneta non convertibile flottante (oggi la stragrande maggioranza degli stati del mondo), ovvero la presunzione di estendere un modello valido per una eccezione, alla regola; questo rende la critica inaccettabile già su un piano di logica; la seconda inesattezza riguarda l’accesso “al mercato del credito”. Se il professore Bisin avesse capito il sistema monetario moderno saprebbe che lo stato monopolista della propria moneta non ha la necessità di finanziarsi attraverso il mercato dei capitali e che utilizza lo strumento della vendita dei titoli di stato per la gestione del tasso d’interesse interbancario. Troppo difficile per chi ci ha trascinato, con le proprie idee, in questo eurodisastro.

Alla obiezione: “Barnard e altri, però, avrebbero una soluzione: la Banca d’Italia – previa uscita dall’euro, naturalmente – stampi moneta per pagare il proprio debito. E qui sta la follia: i creditori non sono fessi, sanno che stai dando loro pezzi di carta inutili”. Innanzi tutto non ricordo che Barnard – che la materia la conosce bene – abbia mai presentato la cosa in questi termini, sarei curioso di visionare la fonte di questa informazione. Inoltre è risaputo che uno stato che emette la propria moneta sovrana fiat in regime di cambi flessibili non può mai essere costretto al default (perché dotato di ability to pay) e che i propri “debiti” li paga spesso e volentieri semplicemente rinnovando il “debito”. Come disse Alan Greenspan in un’intervista televisiva: “Gli Stati Uniti possono onorare sempre tutti i debiti perché possono stampare moneta per farlo” (http://www.youtube.com/watch?v=-_N0Cwg5iN4). Più chiaro di così. Non capisco poi perché un ritorno alla Lira renderebbe questi pezzi di carta “inutili” (sic). Tornando alla propria moneta sovrana, lo Stato comincerebbe a tassare esclusivamente in questa creando di fatto un’alta domanda di nuove Lire, indispensabili per pagare imposte e tasse.

Se poi il professor Bisin, invece di screditare la Me-Mmt a prescindere, volesse leggersi il programma di uscita pilotata dall’eurozona presente sul nostro sito http://memmt.info/site/programma/, si potrebbe fare una idea della nostra proposta di politica economica non approssimativa. È poi falso che il salvataggio delle banche operato dalla Federal Reserve è “costato un mucchio di soldi ai contribuenti” (http://www.youtube.com/watch?v=4EqgIBVsQvA – Ben Bernanke, ex Presidente della Fed che, durante l’intervista alla trasmissione televisiva “60 Minutes” della CBS, alla domanda: “state spendendo i soldi dei contribuenti?” risponde: “Non stiamo spendendo i soldi dei contribuenti, le banche hanno dei conti presso la Federal Reserve, così come lei ha un conto presso una banca commerciale, per prestare alla banche noi semplicemente usiamo i computer per aumentare i loro conti alla Federal Reserve, è molto simile più a stampare denaro che prestarlo”. L’intervistatore: “lei sta stampando soldi?” e l’ex Presidente: “In effetti dobbiamo farlo perché la nostra economia è debole e l’inflazione è bassa”). Discorso diverso va fatto per il sistema di finanziamento a cui sono sottoposti gli Stati dell’Eurozona, dal momento che questi sono obbligati a prendere in prestito ogni singolo Euro dal mercato dei capitali privati pagando interessi alti e sono così costretti in una spirale debitoria senza fine. Nel finale entrambi gli articoli toccano il fondo del peggio. Non capisco cosa centrino le “scie chimiche”, ma andiamo oltre. Gli italiani dovrebbero “guardare a se stessi”? Sicuramente l’assessore Marattin è uno di quelli che pensa che “abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità”. Ci potrebbe spiegare però come mai il debito privato dei cittadini italiani era il più basso tra le economie avanzate (dati 2011 McKinsey Global Institute) ed è dal 1990 che lo Stato italiano realizza un avanzo primario di bilancio, ovvero, al netto degli interessi, i vari governi hanno speso meno di quanto abbiano raccolto con la tassazione, impoverendo cronicamente il settore privato che ha visto ridursi la propensione al risparmio nel periodo 1990 – 2012 dal 21,6 % al 4,4%? Le soluzioni proposte dai due accademici sono le solite che sentiamo ripetere dai neoliberisti: taglio della spesa pubblica e dei salari. Secondo questi signori, “L’austerity in Italia non c’è”. A Marattin suggeriamo di essere più accorto con la gestione amministrativa rispetto alla macro-economia, considerando la notevole mole di commenti negativi verso il suo operato amministrativo.

Dott. Simone Portaluri, referente economico ME-MMT per la Romagna

In riferimento alla richiesta di incontro pubblico ci permettiamo di segnalare che Luigi Marattin ha in effetti chiesto più volte di poter dialogare con Mosler http://www.estense.com/?p=314369 e a un certo punto sembrava che l’atteso dibattito dovesse tenersi ‘a distanza’. Ma a quanto ci è dato sapere non se ne fece nulla.

mz

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