Politica
25 Febbraio 2014
Il progetto di legge è fermo dal 2013 in Regione e Malaguti (Fdi) ne sollecita l'approvazione

Stop agli allevamenti di animali da pelliccia

di Redazione | 2 min

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volpeUn Progetto di legge regionale per imporre il divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce risulta fermo dalla fine del 2013, ma il consigliere Mauro Malaguti (FdI) ne ha sollecitato i lavori in aula nel corso di una conferenza stampa con un esponente nazionale della Lav, Simone Pavesi, che ha presentato una petizione popolare di raccolta firme proposta da 18 associazioni animaliste e ambientaliste.

Il progetto di legge, come detto, è stato presentato a fine 2013 e sottoscritto trasversalmente da consiglieri di diversi partiti (Sel, Pd, Federazione della Sinistra, M5S, IdV, Lega Nord, FdI), anche se va sottolineato che Malaguti risulta essere l’unico consigliere presentatore del progetto della provincia di Ferrara. Se dovesse venire approvato, gli allevatori avrebbero un anno di tempo per dismettere i propri allevamenti di animali da pelliccia.

“In Italia – spiega Malaguti – ci sono ora circa 20 allevamenti (5 in regione), di cui uno in provincia di Ferrara a Jolanda di Savoia ed essendo a conduzione famigliare si può calcolare circa 2 posti di lavoro per allevamento, ma che non andranno persi, poiché essendo in genere aziende agricole possono riciclarsi in altre attività. Non c’è indotto di lavorazione, perché le pelli vanno praticamente tutte all’estero (Cina, Russia e Nord Europa). La moda italiana si sta schierando progressivamente per le pellicce alternative naturali”.

Nel testo del progetto di legge, a sostegno delle motivazioni del firmatari, vengono elencati i Paesi in cui gli allevamenti di animali da pelliccia sono già stati vietati. Già dal 2000, infatti, la Gran Bretagna ha bandito gli allevamenti in quanto ritenuti crudeli, l’Olanda ha vietato l’allevamento delle volpi e dei cincillà (dal 1995) e più recentemente, il 18 dicembre 2012, ha approvato il divieto di allevamento di tutti gli animali per la principale finalità di utilizzare la loro pelliccia (divieto che sarà effettivo dal 2024); anche Austria (dal 2004), Danimarca (dal 2009 e limitatamente alle volpi, con bando vigente a partire dal 2024), Irlanda del nord e Scozia (2003), Croazia (dal 2007, con bando vigente a partire dal 2017) e Bosnia (dal 2009 con bando vigente a partire dal 2018) hanno vietato l’allevamento di qualsiasi specie di animali per la produzione di pellicce. Svizzera, Svezia e Bulgaria hanno adottato forti restrizioni a tale attività, finalizzate a migliorare gli standard abitativi degli animali da pelliccia, così come già avvenuto in Germania dal 2011, con l’entrata in vigore di nuovi standard strutturali e gestionali che comportano sostanziali modifiche degli allevamenti di visoni, da completare entro il 2016 (come la disponibilità di vasche d’acqua di 3 metri quadrati e della libertà di accesso a più ampi bacini d’acqua).

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