19 Febbraio 2014
Il luminare di neurochirurgia: "Il problema è che la sanità ferrarese non è rappresentata nei posti di potere"

“Se tutti scappano da Cona è colpa della Regione”

di Redazione | 3 min

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di Elisa Fornasini

maidaGiuseppe Maida, il chirurgo “fatto fuggire” da Cona, si è rivelato veramente una gallina dalle uova d’oro per Santa Maria Maddalena, come anticipato da Estense.com a dicembre dell’anno scorso. Mentre l’unità operativa di chirurgia vertebrale della casa di cura privata compie un anno di vita e si propone alla comunità scientifica internazionale come centro di riferimento sul territorio nell’utilizzo delle più sofisticate tecniche operatorie mininvasive, cresce l’idea che questo centro sarebbe potuto essere l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara. Eppure così non è stato.

La storia di Maida è relativamente semplice. Neurochirurgo e chirurgo vertebrale, specializzato in chirurgia della patologia degenerativa ed artrosica della colonna vertebrale cervicale dorsale e lombosacrale, da anni realizzava a Cona circa 300 interventi all’anno di chirurgia vertebrale e di questi circa 150 di protesi vertebrale, compresa la chirurgia percutanea. Vedendosi ridurre in maniera considerevole gli interventi (10/15 interventi di chirurgia vertebrale protesica) si è visto costretto a dimettersi nel dicembre del 2012 e a cercare altri posti, in questo caso la clinica di Occhiobello.

Ma perché “far scappare” un luminare di neurochirurgia da un centro di eccellenza quale dovrebbe essere quello di Cona? “La colpa – spiega Maida – non è dei vertici dell’ospedale perché fanno quello che gli impone la Regione Emilia-Romagna. Il problema è che la sanità ferrarese non è rappresentata nei posti di potere”. La colpa, quindi, non sembra essere dei dirigenti (Gabriele Rinaldi) o dei medici (Pasquale De Bonis) ma dei referenti regionali che, con l’istituzione dell’Area Vasta, “decidono per tutti”. In questo caso la Regione ha deciso che “centri come Ferrara non devono crescere, mentre le strutture di Cesena, Parma e Bologna vanno avanti per la propria strada”. “La collocazione che chi comanda vuole per questa città – continua Maida – non è quella di estinguere Ferrara ma di ridimensionarla, continuando le attività con numeri ridotti”.

Una scelta che, a detta dello specialista, non rappresenta una vittoria ma una sconfitta per tutti. “È brutto che i vertici regionali decidano che deve essere ridimensionato un intero reparto – si rammarica il neurochirurgo – ma è ancora peggio vedere alla luce del sole lo speco di soldi che ne deriva”. Il suo “forzato abbandono”, infatti, non è stato conveniente anche dal punto di vista economico. In primis perché ora la sanità locale paga convenzioni con Cesena e Santa Maria Maddalena per trattare emergenze che, prima, avrebbero potuto essere risolte a Cona. In secondo luogo perché paga la Regione per i suoi interventi nel caso di pazienti ferraresi.

Nel corso del 2013 sono stati realizzati ad Occhiobello 200 interventi in convenzione, di cui 130 di pazienti provenienti da Ferrara e provincia. “Essendo un territorio extracomunale, la Regione ha rimborsato un milione di euro, ma sarebbe costato un terzo farlo a Cona” spiega il luminare, che rincara la dose: “Se avessi continuato ad operare a Ferrara, non solo la regione non avrebbe dato i soldi a Santa Maria ma a Cona, ma avrebbe anche risparmiato spendendo un terzo”. E conclude, specificando la totale assenza di una vena polemica: “Io continuo a fare il mio lavoro dove mi danno per il permesso di farlo, ma è assurdo che per fare 5 km in più si spenda il triplo”.

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