10 Febbraio 2014
Gli attivisti diffondono un volantino paragonando i permessi in Veneto e nella parte Est dell'Emilia

“Trova la differenza”, i No Triv contro la Regione

di Redazione | 3 min

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confronto_emilia-veneto_stampaA4_fronteretro_taglioA5-1Il coordinamento No Triv di Ferrara continua la sua campagna informativa contraria alla concessione dei permessi per le trivellazioni nel territorio ferrarese.

Il metodo scelto questa volta è la diffusione – già durante l’incontro de i “Giovedì con il sindaco” del 6 febbraio a Sabbioni, Pescara e Fossadalbero – di un volantino senza alcun simbolo politico in cui è rappresentata una mappa dei permessi di ricerca idrocarburi in Emilia e in Veneto con il titolo “Trova la differenza” con l’intento sottolineare l’assenza di tali permessi in territorio veneto, accompagnata da un eloquente “Aleanna prepari le valige”. Nel mirino del coordinamento, oltre all’azienda statunitense,  c’è anche la Regione Emilia Romagna, ente che concede le autorizzazioni alle trivelle e, secondo gli attivisti, rea – a differenza proprio della Regione Veneto – di violare il principio di precauzione.

Non solo, oltre alla campagna per bloccare le perforazioni del suolo, dando una scorsa all’interno del forum di coordinamento, i No Triv sembrano essere inseriti anche nell’operazione di “mailbombing” organizzato dal Coordinamento nazionale Acqua bene comune, contro alcune parti del decreto Destinazione Italia. “Nel decreto Destinazione Italia un condono tombale sulle bonifiche dei siti inquinati”, è l’oggetto della tempesta di email che il presidente del Consiglio Enrica Letta, il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e i deputati si apprestano a ricevere nelle dal 6 al 7 febbraio. In particolare, secondo gli attivisti, “l’articolo 4 del decreto Destinazione Italia ora in Parlamento è una sanatoria per chi ha inquinato, con tanto di finanziamenti pubblici per gli autori delle devastazioni dei territori. Altro che chi inquina paga – scrivono dal coordinamento”.

L’iniziativa dovrebbe aver già preso piede a partire dalla giornata di giovedì 6 febbraio, data nel quale il decreto è stato posto in discussione presso la Camera dei Deputati e dovrebbe durare fino a venerdì 7. In particolare, si legge nel testo della mail pre-confezionata “nel decreto  sono previste delle norme a sostegno di chi ha causato i peggiori disastri ambientali del paese. L’art. 4 arriva addirittura a finanziare gli autori dell’inquinamento. Inoltre ci si potrà limitare alla sola messa in sicurezza dei siti e non già alla vera bonifica. Infine si prevede un vero e proprio condono tombale, co-finanziato dagli italiani, per gli inquinatori poiché l’attuazione dell’accordo di programma ‘esclude per tali soggetti ogni altro obbligo di bonifica e riparazione ambientale e fa venir meno l’onere reale per tutti i fatti antecedenti all’accordo medesimo’. Lo stesso Servizio Studi della Camera – osservano gli attivisti –  ha sollevato seri dubbi sui contenuti del decreto che confliggerebbe con il principio comunitario ‘chi inquina paga’. Chiediamo con forza a tutte le deputate e i deputati di adoperarsi per stralciare queste norme dal decreto che sono un vero e proprio schiaffo ai cittadini vittime di inquinamento. Un vero e proprio favore ai criminali – concludono – e alle aziende senza scrupoli che hanno reso invivibili intere aree del paese”.

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