Eventi e cultura
15 Gennaio 2014
Presentata la programmazione fino al 2016 con tre mostre dedicate a Matisse, De Chirico e Ariosto

Ferrara Arte, un “diamante” da Zurbarán a Matisse

di Redazione | 6 min

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di Elisa Fornasini

museo1Palazzo dei Diamanti si riconferma essere un vero e proprio diamante della vita culturale estense. È questo quello che emerge dal significativo incontro di stamattina in cui sono stati presentati il resoconto della mostra “Zurbarán (1598-1664)” e la programmazione futura della fondazione Ferrara Arte. A fare il punto della situazione passata e futura il sindaco Tiziano Tagliani, il vicesindaco e assessore alla Cultura Massimo Maisto, il dirigente comunale del Settore Attività Culturali Giovanni Lenzerini e la direttrice delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea Maria Luisa Pacelli.

Partendo dalla mostra del “Caravaggio spagnolo”, inaugurata il 14 settembre e conclusasi il 6 gennaio, si è trattata della prima esposizione mai dedicata in Italia ad uno dei principali protagonisti della pittura del Siglo de oro. I dati finali parlano chiaro: con 65.274 visitatori in 115 giorni di apertura la mostra ha superato qualsiasi previsione, o almeno ha superato la previsione iniziale che era stata stimata a 50.000 presenze. Dai maggiori incassi derivati dalle 15mila persone “in più” e dalle ottime vendite registrate dal bookshop (sia il catalogo che la guida della mostra sono esauriti pochi giorni prima della chiusura della rassegna) si sono guadagnati 100mila euro che, come annuncia il vicesindaco, “verranno utilizzati per migliorare l’accoglienza al palazzo dei Diamanti”. Per quanto riguarda il bilancio provvisorio, il costo della mostra è stato di 1.154.831,26 euro, a fronte delle entrate nette di 855.444,00 euro, mentre il contributo del Comune di Ferrara è stato di 299.387,26 euro.

La mostra si trasferirà dal prossimo 29 gennaio al Centre for Fine Arts di Bruxelles che, insieme alla fondazione Ferrara Arte e alla speciale collaborazione del museo Nacional del Prado di Madrid e del Museo de Bellas Artes di Siviglia, è stato uno degli organizzatori della mostra. Una sinergia da non sottovalutare. “Abbiamo rapporti virtuosi con tutti i musei – commenta un sempre più entusiasta Maisto – e questo ci permette di risparmiare perché non paghiamo i noleggi delle opere, in quanto vengono considerati come prestiti”. Inoltre, anche se la rassegna stampa finale non è ancora disponibile, si può già dire che la mostra ha destato grande attenzione e ottenuto ampio compenso da parte della stampa, sia nazionale che internazionale.

Matisse, Giovane donna in bianco, sfondo rosso, 1946

Matisse, Giovane donna in bianco, sfondo rosso, 1946

Un successo su tutti i fronti, quindi, ma non è il momento di dormire sugli allori. Per questo la fondazione Ferrara Arte ha già in cantiere un appuntamento eccezionale dedicato a uno dei più noti artisti del ventesimo secolo ed esponente di maggior spicco della corrente artistica dei Fauves. Stiamo parlando di Henri Matisse (1869-1954), protagonista dal 22 febbraio al 15 giugno dell’esposizione “Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore”, che celebra la grande passione del maestro francese per la figura umana e per la sua rappresentazione attraverso tutte le tecniche. La mostra ripercorre tuta la carriera dell’artista attraverso un’ampia selezione di dipinti, sculture, disegni e incisioni senza trascurare il suo lavoro per il teatro e per l’editoria. Una pluralità di opere riunite da ogni capo del mondo grazie a un progetto scientifico portato avanti da diversi anni. Per questa mostra gli organizzatori puntano molto in alto auspicando 150mila persone in quanto “anche le prenotazioni stanno andando molto bene”.

Ma la programmazione del 2015-2016 prevede altre due esposizioni di alto profilo scientifico. La prima si aprirà a novembre 2015 e dovrebbe svolgersi dal 7 novembre al 6 marzo, in ritardo rispetto alla tradizionale programmazione per aspettare la fine dell’Expo. La mostra sarà dedicata alla pittura metafisica e ricostruirà visivamente il percorso di Giorgio de Chirico negli anni fondamentali trascorsi a Ferrara (1915-1918) che determinato profondi cambiamenti nella sua opera. “L’esperienza ferrarese di de Chirico si è proiettata nel mondo” dichiara Pacelli, riferendosi all’influenza cruciale che ha avuto non solo sullo sviluppo dell’arte italiana, ma anche sulle avanguardie europee. Per questa ragione la rassegna affiancherà ai capo valori metafisici dell’artista alcuni dipinti dei suoi compagni d’avventura, quali furono Carlo Carrà, Filippo de Pisis e Giorgio Morandi, e sarà spazio a inediti confronti con alcune delle opere più importanti di artisti dadaisti, come Man Ray e Raoul Hausmann, e surrealisti come René Magritte, Max Ernst e Salvador Dalì.

Il protagonista della seconda esposizione prevista nel corso del 2016, infine, sarà l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto per celebrare i 500 anni della prima edizione di uno dei capolavori della letteratura occidentale. “La mostra non vuole concentrarsi sull’analisi del libro – spiega Pacelli – ma vuole essere un viaggio all’interno dell’universo fantastico di Ariosto, un modo inedito per offrire anche un suggestivo spaccato della Ferrara in cui fu concepito il poema”. Così le opere d’arte tra dipinti, sculture, disegni, arazzi, armi e libri permetteranno di far rivivere “le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese” del cantore rinascimentale. Tra i progetti presentati, a detta degli organizzatori, questo è il più complesso perché richiede un “lavoro quotidiano di studi tra la biblioteca Ariostea, il mondo privato e le università”. La mostra sarà curata da Guido Beltrami e Adolfo Tura, già curatori della mostra “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento” a Padova l’anno scorso.

Durante l’incontro è stata preannunciata anche un’altra mostra prevista nella primavera-estate 2015, ma tutto è ancora in fase di definizione. Infine è stata lanciata l’iniziativa di arte contemporanea nell’ambito della “Art Fall ’13 – Ferrara Contemporanea” con la produzione originale “Speak in Tongues“, a cura della formazione “Zapruder filmmakersgroup”. Il video sarà riprodotto con una installazione audiovisiva su schermi comunicanti nella sala della Musica del Chiostro di San Paolo il 18 e il 19 gennaio dalle 11 alle 18, mentre l’inaugurazione sarà il 17 gennaio alle 18.

“Con una media di una mostra e mezzo all’anno, il museo ferrarese ha trovato una formula vincente sia dal punto di vista culturale che da quello dei numeri” conclude il vicesindaco, “anche se non bisogna correre dietro ai numeri perché non siamo in grado di paragonarci a città come Milano e Firenze” lancia l’ultimo monito la Pacelli. “Siamo uno dei pochi Comuni in grado di prenderci degli impegni a lungo termine” replica il sindaco, riferendosi ai progetti previsti fino al 2016. “Bisogna organizzare il programma con largo anticipo – continua – in un’ottica di investimento anche per gli operatori che possono investire risorse per i prossimi anni”.

A proposito di investimenti, sembra richiederne molti i lavori a palazzo Massari, intrapresi per “farlo diventare uno spazio partecipati dei cittadini”, in quanto la riapertura è prevista nel 2017. Insieme al restauro di casa Minerbi, a detta di Tagliani, sono tutte opere intraprese “per dare una significativa immagine diversa della città”, a cui si aggiunge la volontà di “mettere mano alla galleria dei Diamanti”, per cui si ipotizza “un intervento consistente nei prossimi anni”. Inoltre si ipotizza anche l’apertura ai privati: “La fondazione è aperta a far entrare i privati ma occorre un parallelismo tra la compartecipazione e il rischio d’iniziativa”. L’ultima questione affrontata in conferenza è stata quella della ormai tanto commentata tassa di soggiorno. “Il primo quadrimestre è quadrato perfettamente perché sono stati raccolti 193mila euro; bisogna aspettare i prossimi tre quadrimestri ma siamo calibrati intorno ai 600mila euro annui” è il commento finale di Tagliani e Maisto.

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