Eventi e cultura
12 Gennaio 2014
Bilancio generale positivo per la terza edizione della rassegna enogastronomica, ma la location è sfavorevole

L’Unità d’Italia almeno si vede a tavola

di Redazione | 3 min

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di Elisa Fornasini

La cucina italiana è, a buon ragione, ritenuta la più famosa del mondo. Il marchio “Made in Italy” applicato all’enogastronomia è un valore assoluto, riconosciuto in tutto il mondo come stile di vita e di eccellenza. È partita da questa idea l’iniziativa di Arte Group intitolata “Unità d’Italia a tavola”, una mostra-mercato che ha come obiettivo quello di esaltare i prodotti tipici regionali del nostro Paese.

Questa rassegna enogastronomica è tornata a Ferrara per la terza edizione da venerdì 10 a oggi, domenica 12 gennaio. Il programma è rimasto invariato: svariate bancarelle provenienti da tutta Italia che mettono in mostra, fanno assaggiare e vendono le peculiari eccellenze regionali. Solo un aspetto è cambiato: la location. Gli stand infatti non sono più stati situati in piazza Trento e Trieste ma in piazza Savonarola. Dovendo fare un bilancio generale di questi due giorni, gli espositori si dicono soddisfatti dell’affluenza di pubblico e dell’andamento delle vendite, ma criticano solo il cambio di luogo. “Piazza Savonarola è una location più sfavorevole perché è più chiusa e quindi passa meno gente – è il commento della maggior parte dei venditori – ma comunque non ci lamentiamo perché le vendite sono andate bene lo stesso”.

Un bilancio positivo condiviso anche dagli organizzatori, che si dicono contenti della clemenza del clima e pensano già alla prossima edizione. La tradizione culinaria continua a dare così ì suoi frutti, o meglio i suoi cibi. Bastavano pochi metri per passare ai sapori di tutto lo Stivale, dalle prelibatezze del Trentino Alto Adige a quelle della Puglia.

In questo viaggio delle papille gustative, partendo da nord a sud, il Trentino Alto Adige ha portato i prodotti tipici tirolesi, come lo speck, lo strudel e i canederli. Le eccellenze della Lombardia, invece, sono state la Rosa Camuna e il Silter, formaggi tipici della Valle Camonica, il salame di Varzi Dop e una ricca scelta di vari tipi di miele. Il Piemonte ha puntato sul formaggio Castelmagno Dop, il gorgonzola Dop Novarese e la birra Baladin. Di grande successo soprattutto le eccellenze del cuneese, che hanno proposto i “salami di una volta” a km 0 prodotti dall’azienda agricola “Le Cascine” di Barge. La Liguria ha ovviamente messo sul tavolo il pesto, la focaccia, le trofie e l’olio. Regina incontrastata dello stand toscano è stata la porchetta, seguita a ruota dal prosciutto toscano Dop e dalla finocchiona, mentre la bancarella umbra aveva come protagonisti il prosciutto di Norcia e il pecorino. La Puglia è stata ovviamente rappresentata dai taralli e dalle olive, mentre la Campania dalla mozzarella di bufala. Per quanto riguarda le isole, infine, la Sardegna ha portato le sue eccellenze tipiche come il pecorino sardo, il pane carasau, il vino Cannonau e il fiore sardo, mentre la Sicilia si è concentrata sul tonno dell’antica tonnara di Favignana, considerata la perla delle Egadi. Unico banchetto non mangereccio era quello dedicato alla lavanda del Lago in cui erano ben esposti profumatori ed essenze per ambienti, estratti, saponi e oggettistica rigorosamente in viola.

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