Eventi e cultura
11 Dicembre 2013
La consegna del premio al grande architetto ferrarese

L’Ippogrifo a Bassi per “arrivare sulla luna”

di Redazione | 4 min

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ippogrifodi Federica Pezzoli

“Questa sera non facciamo un regalo, ma diamo un riconoscimento, prendiamo atto del contributo che quest’uomo ha dato a Ferrara”. Con queste parole il sindaco Tagliani ha consegnato nella Sala Estense in piazza Municipale il premio ‘L’Ippogrifo – Città di Ferrara’ 2013 all’architetto Carlo Bassi.

“Ferrara te lo dona – ha aggiunto Tagliani -, ma era tuo fin dal principio, come segno della tua collaborazione” alle attività di conoscenza e valorizzazione di Ferrara e delle sue bellezze. “Penso che si adatti perfettamente alla tua creatività”, ha detto Tagliani consegnando l’ippogrifo all’architetto Bassi e poi ha scherzato: “spero che tu arrivi sulla luna”.

Non è ancora arrivato sulla luna, Carlo Bassi, ma di strada a livello professionale ne ha già percorsa davvero tanta. Il suo primo lavoro di rilievo nazionale è stato il complesso museale della Galleria d’Arte Moderna a Torino, in seguito alla vittoria nel primo concorso nazionale bandito nel dopoguerra, che ha segnato anche l’avvio della collaborazione professionale e dell’amicizia personale con l’architetto milanese Goffredo Boschetti, durata 50 anni. Nel frattempo Carlo Bassi non dimentica la sua Ferrara e, oltre a una breve esperienza come assessore, dà alle stampe diverse guide e saggi monografici sulla città e la sua provincia: da Ferrara. Il sentimento della città a Ferrara. Novità fatta di verità antiche, da Ipotesi astrologiche per Ferrara a V come Volano, da Perché Ferrara è bella all’invenzione di Nonno Lu, una guida che accompagna i bambini a visitare Ferrara.

L’architetto ha dedicato il premio alla moglie Paola, da poco scomparsa dopo 64 anni di vita insieme. Bassi si è detto molto felice “ma più felice di me è stata mia moglie Paola, anche perché ha ricevuto lei la telefonata del sindaco che annunciava la decisione di conferirmi il premio”. Poi però, confessa l’architetto, è comparso l’imbarazzo di come rispondere a questo riconoscimento. La soluzione trovata è stata la lettura di una serie di riflessioni come “elementi ulteriori di approfondimento” per ciò che Ferrara si prepara a fare nel futuro. Tema centrale di questo nuovo contributo da parte dell’architetto Bassi: “la cultura come tema prioritario per l’economia della città”.

La consegna del premio a Bassi è stata anche occasione per presentare il libro di Giovanni Sassu e Francesco Scafuri Le chiese di Ferrara. Storia, arte e fede. Pubblicazione che raccoglie i testi del ciclo di conversazioni domenicali tenuto tra il 2008 ed il 2011 negli edifici di culto estensi, condotto per la parte storica da Francesco Scafuri e per la parte artistica da Giovanni Sassu. I due studiosi con stile divulgativo, ma sempre supportatati da un’ampia bibliografia e da documenti d’archivio, descrivono 16 edifici di culto con i complessi conventuali annessi e le loro interazioni con i rioni circostanti. Inoltre, per rendere più avvincente il racconto, Scafuri e Sassu hanno inserito la narrazione di fatti particolari non sempre noti al grande pubblico. Obiettivo: far riscoprire, non solo ai turisti ma anche a molti cittadini ferraresi, la complessità e la straordinaria ricchezza del patrimonio storico e artistico custodito nelle chiese della città. Le chiese di Ferrara infatti si inserisce, come la mostra Immagine e persuasione a Palazzo Trotti-Costabili, nel quadro delle iniziative di sensibilizzazione rispetto ai problemi che il patrimonio storico e artistico delle chiese estensi vive non solo a causa del sisma maggio del 2012.

Dopo un breve commento di mons. Negri, che ha parlato di “una grandissima ferita al pensiero che la stragrande maggioranza delle chiese è chiusa” a causa del sisma del 2012, la serata si è conclusa con gli interventi degli autori. Anche Francesco Scafuri si è rammaricato del fatto che alcune delle chiese descritte siano ancora chiuse, “come buon auspicio abbiamo voluto descriverle lo stesso e descriverle intatte”. Poi ha passato in esame lo sviluppo storico della chiesa di San Domenico e del suo convento: la chiesa primitiva è stata iniziata nel marzo del 1264, ma il suo aspetto attuale si deve alle modifiche degli inizi del ‘700, quando è stata ricostruita con un orientamento opposto al precedente. Particolare curioso è la ‘zampata del diavolo’ che compare sulla colonna di destra dl portale minore dell’edificio di culto. Anche Sassu, il cui intervento si è concentrato sulla figura del pittore Carlo Bononi, ha trovato lo spazio per parlare di San Domenico: “una delle chiese che soffre di più” la situazione post-sisma, per questo “l’esperienza di vedere l’interno per qualsiasi cittadino è sconvolgente”.

Guarda il video (di Flavia Franceschini)

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