di Marcello Celeghini
Pochi ferraresi sanno che l’antico complesso della Chiesa di Santa Maria in Vado nasconde un secondo grande chiostro, da decenni non più di pertinenza della Parrocchia e lasciato per molti anni in totale abbandono. Ora la struttura, situata all’intersezione tra via Borgovado e via Brasavola, è tornata all’antico splendore per ospitare ‘Casa Betania’, il nuovo centro di accoglienza della Caritas Diocesana. Domenica alle 16 avverrà l’inaugurazione ufficiale con l’arcivescovo Negri e la presentazione alla cittadinanza dell’edificio a cura del direttore della Caritas Diocesana Don Paolo Valenti.
Nelle tre porzioni restaurate della struttura troveranno posto l’ambulatorio medico-dentistico gratuito per persone non abbienti, ambienti per i volontari impegnati nei progetti di servizio civile promossi dalla Caritas, uno studentato a pagamento per studentesse composto da sette camere singole con bagno, quattro mini appartamenti per donne italiane o straniere in difficoltà anche con minori a carico. Al pian terreno sono stati anche ricavati locali attrezzati per il servizio di lavanderia-stireria con l’intenzione di avviare un cooperativa sociale che aiuti le donne ospitate ad inserirsi nel mondo del lavoro. Tutto a pochi metri dalla mensa e dalla sede centrale della Caritas. La struttura sarà accessibile sia da via Brasavola, per tutte le attività socio-assistenziali, che da via Borgovado, per lo studentato.
La storia del chiostro parte da lontano. Bisogna infatti risalire al 1477 quando il duca Ercole I d’Este, uomo dal grande fervore religioso, dopo aver affidato la chiesa ai Canonici Regolari di Sant’Agostino, decise il rifacimento e l’ampliamento del convento, così come noi oggi lo vediamo, a spese della Camera Ducale. Facendo un salto di alcuni secoli si arriva al 1848 quando uno dei due chiostri, proprio quello in questione, viene ‘staccato’ dalle pertinenze della Basilica e dato in enfiteusi al Comune che, a sua volta, lo concede a titolo gratuito al Pio Istituto degli Asili d’Infanzia che ne ricava un ricovero per bambini abbandonati, fino a quando, nel 1867, Luisa Grillenzoni lo trasformerà in asilo infantile vero e proprio. Nel 1986 il Comune concede la struttura alla Curia per le attività della Caritas e le strutture che insistono sul chiostro diventano residenza per gli studenti stranieri meno abbienti presso l’ateneo estense e per i volontari del servizio civile, nasce così ‘Casa Betania’. Nel 1998 lo stato di deterioramento della struttura ne impone la chiusura. Nel 2000 alcuni lavori di consolidamento ai muri portanti consentono alla struttura di passare indenne il terremoto del 2012. Strana coincidenza, proprio il 22 maggio 2012 partono i lavori di restauro finanziati dalla Cei con 850mila euro grazie ai fondi dell’Otto per Mille.
Grande la soddisfazione del direttore uscente della Caritas diocesana, don Paolo Valenti, che dopo ben ventuno anni di guida a fine anno lascerà le redini a Paolo Falaguasta, primo direttore laico per la Caritas ferrarese. “ È una grande soddisfazione essere qui dopo quindici anni a riaprire ‘Casa Betania’- rivela don Valenti-, in questi anni le esigenze di accoglienza sono notevolmente cambiate e quindi abbiamo cercato di adeguarci nell’organizzazione della struttura. Ora il grosso è fatto ma ancora manca tutto l’arredamento interno e quindi procederemo per blocchi. Il ritorno dei volontari del servizio civile ci allevierà dagli affitti sugli alloggi sostitutivi che abbiamo dovuto trovare in questi anni. Con le risorse che saranno ricavate dalle rette dello studentato- conclude don Paolo- la struttura si autofinanzierà”.
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