Eventi e cultura
28 Ottobre 2013
Musicisti, scrittori, e militanti insieme per ricordare l'impegno civile e culturale dell'artista scomparso nel 2012

Tutti i volti di Stefano Tassinari

di Redazione | 3 min

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CIMG3636di Federica Pezzoli

Giornalista, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, promotore culturale, militante della sinistra, fondatore e direttore di Luci della città a Ferrara e direttore di Letteraria a Bologna, ideatore della Scuola di Musica della Cooperativa Charlie Chaplin, da cu si è poi sviluppata la Scuola di Musica Moderna dell’Associazione Musicisti Ferraresi in via Darsena, dove oggi c’è un aula magna che lo ricorda. Ma nemmeno dalla somma di tutti questi ruoli risulta per intero chi è stato Stefano Tassinari.

Ben si comprende allora perché Wu Ming lo abbia definito “poliedrico” e “eclettico” e perché, per ricordare i suoi tanti volti, ci siano voluti tanti amici. Ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile la giornata la moglie Stefania ha confessato di sentirsi “molto a casa”. Poi ognuno ha raccontato la propria esperienza con Stefano: in ciascun intervento un tassello per comporre il ritratto di una persona appassionata, sempre in prima linea, determinata al limite della cocciutaggine. Roberto Formignani, direttore della Scuola di Musica Moderna, ha ricordato l’appassionato di musica e il progetto di una scuola che non insegnasse solamente a suonare uno strumento, ma che diventasse un “centro di aggregazione e di sensibilizzazione”. Laura Magni, invece, ha fatto tornare indietro l’orologio fino a quel 1985, anno di nascita di Luci della città, frutto dell’urgenza di Stefano “di mettersi in rete con il mondo”: un giornale nato “senza appoggi finanziari e politici”, le cui riunioni da principio si tenevano “a casa dell’uno o dell’altro o sulla moquette della sala di Stefano”, ma che è arrivato ad avere “oltre trecento collaboratori, che hanno avuto la possibilità di formarsi a questa scuola del fare”.

Poi è stata la volta di Gerardo Bombonato, presidente dell’ordine regionale dei giornalisti, che ha voluto essere presente nonostante recenti problemi di salute perché, ha confessato, “lo devo a Stefano”, che nel suo ricordo è soprattutto “un giornalista e un bravo giornalista”: “come in tutte le cose che faceva ci metteva l’anima”. E ancora Pier Damiano Ori e Filippo Vendemmiati, della Rai Emilia Romagna, e Alberto Bertoni per la bolognese Letteraria. Non poteva poi mancare un ricordo portato attraverso le sue stesse parole e quindi Fabio Mangolini e Sergio Gessi hanno letto il primo e l’ultimo editoriale di Tassinari per Luci della città, nelle parole di Gessi “l’inizio e l’epilogo di questa avventura”.

Ma l’incontro di domenica mattina non è stato solo la commemorazione di un grande personaggio della scena culturale emiliana, è stato soprattutto l’occasione per fare il punto sulle iniziative che ne continuano il lavoro: la digitalizzazione dei 68 numeri della sua creatura ferrarese, consultabili liberamente all’indirizzo lucidellacitta.org, e il sito www.stefanotassinari.it, dove sono raccolte le testimonianze della sua intensa e variegata attività. Da qui bisogna ripartire, ad esempio con un lavoro di ricerca che ne approfondisca il percorso biografico. Proprio sul futuro si è concentrato l’intervento dell’assessore alla cultura Massimo Maisto che ha lanciato la proposta di dar vita, con l’aiuto di un’istituzione universitaria, a una borsa di studio in onore di Stefano Tassinari e del suo costante impegno per “l’accesso alla cultura per tutti”.

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