Comacchio
5 Agosto 2013
Il consigliere ex 5 Stelle insospettito da Arpa: "Una tempestività tale da lasciare dubbi sulla reale analisi completa del fenomeno”

Moria di pesci, Favia chiede un monitoraggio straordinario

di Redazione | 2 min

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Comacchio. “Un monitoraggio straordinario da parte dell’Arpa per verificare compiutamente lo stato dei fatti che hanno causato la moria dei pesci, al fine di mettere in campo le azioni necessarie”. È quanto sollecita Giovanni Favia (gruppo misto, ex 5 Stelle) alla giunta regionale in un’interrogazione presentata a seguito della forte moria di pesci verificatasi sulla costa ferrarese e al divieto di balneazione introdotto sul tratto di litorale che va da Porto Garibaldi e Lido degli Scacchi a causa della presenza di enterococchi intestinali.

Favia segnala che Arpa, in un comunicato redatto “con una tempestività tale da lasciare dubbi sulla reale analisi completa del fenomeno”, ha spiegato che il fenomeno della moria di pesci “non deriva da sostanze inquinanti nelle acque del mare”, ma sarebbe una conseguenza di eventi eutrofici. Eppure, commenta il consigliere, “caso vuole che l’inquinamento da enterococchi intestinali nelle acque, coincida quasi del tutto con le zone in cui si sono verificate le morie di pesci dei giorni scorsi, anche se ufficialmente le cause che hanno comportato tale superamento dei limiti non sono al momento note e sono al vaglio degli organi tecnici preposti”. Di qui la richiesta di un monitoraggio straordinario per accertarne le cause.

Favia chiede quindi alla giunta regionale “se non ritenga opportuno intervenire immediatamente con un piano d’azione straordinario per riportare la Riviera romagnola a livelli di inquinamento accettabili, per evitare che si metta a rischio la vocazione turistica di questo territorio e le condizioni di benessere economico e sociale”. In proposito il consigliere chiede “quali iniziative saranno intraprese per individuare e rimuovere le altre eventuali cause di inquinamento del mare Adriatico” e quali iniziative intenda intraprendere la Regione “al fine di evitare le pesanti ripercussioni che la situazione di inquinamento determinerà nell’economia della regione danneggiandone anche l’immagine e conseguentemente l’offerta turistica”.

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