Cronaca
27 Luglio 2013
Se n’è parlato in un incontro nei giardini del Grattacielo. Sterzi: “Necessaria una legalizzazione controllata”

Spaccio di quartiere e antiproibizionismo

di Redazione | 3 min

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Proibizionismo tout court o antiproibizionismo ragionato e controllato? È stato intorno a questo dubbio che si svolto l’incontro “Dal narcotraffico allo spaccio di quartiere”, organizzato dall’associazione Amici del Grattacielo in collaborazione con il Coordinamento Provinciale di Libera, che ha visto il dibattito con Claudia Sterzi, segretaria nazionale del Movimento Antiproibizionista Italiano, e Vincenzo Spagnolo, giornalista di Avvenire, presso i giardini antistanti il Grattacielo. Tra il pubblico anche l’assessore comunale alla Sanità Sapigni.

È stata l’occasione per fare il punto della situazione sulla legislazione italiana nell’ambito delle droghe con debite differenziazioni tra leggere e pesanti. Proprio le droghe leggere, ormai largamente utilizzate a dispetto della legge da una fetta sempre maggiore di popolazione giovanile, sono difficilmente controllabili dal punto di vista statistico e da una punto di vista sanitario. Paradossalmente, tra i maggiori rischi per la salute nel consumare le sostanze oppiacee, vi è proprio quello dell’assenza di controllo sanitario sulle dosi vendute illegalmente. Secondo gli antiproibizionisti sarebbe dovere dello stato regolamentare queste droghe leggere applicando quindi un controllo sanitario così come avviene per il normale tabacco, in modo da combattere la droga in modo opposto da come si è fatto negli ultimi trent’anni, ovvero togliendo lo spirito di ‘trasgressione’ per chi si approccia a questo tipo di sostanze.

Una regolamentazione controllata delle droghe, sempre secondo gli antiproibizionisti, andrebbe anche a togliere i traffici illegali di stupefacenti dalle mani della criminalità organizzata che da tali traffici attualmente ricava i guadagni più redditizi. “Anche se le droghe non sono liberalizzate legalmente – interviene Claudia Sterzi – sono liberalizzate di fatto in certi quartieri di tutte le citta italiane. Sono a Ferrara da appena quattro ore e saprei già anche ad occhi chiusi dove andare se volessi procurarmi dei stupefacenti. Le politiche proibizioniste hanno fallito. Lo dimostrano i dati del Dipartimento Politiche Antidroga che ci dicono che non c’è un calo della tossicodipendenza, come sembrerebbe ad una prima vista, ma bensì l’apparente calo è imputabile al minor numero di tossicodipendenti che si rivolgono ai servizi sociali per paura di essere schedati e bollati per tutta la vita”.

gratta1“C’è una correlazione – commenta Vincenzo Spagnolo – anche tra gioco d’azzardo compulsivo, ad esempio alle slot machines, e un consumo cospicuo di sostanze stupefacenti. Questa correlazione è particolarmente evidente nei soggetti tra i 19 e i 25 anni. È molto complessa anche la filiera di produzione di queste sostanze che fa arricchire soprattutto chi non si sporca mai le mani direttamente con la droga. I maggiori paesi produttori della pianta da cui si ricava la cocaina sono la Bolivia, la Colombia e il Perù, mentre per l’oppio l’Afghanistan è leader. Coloro che lavorano le piante in loco guadagnano pochissimo, già maggiore invece è il guadagno dei chimici che trasformano le foglie delle piante in droga. Ma coloro che ricavano i maggiori profitti sono invece i cosiddetti ‘brokers’ che diffondono le tonnellate di sostanza in tutto il mondo tramite gli ‘ovulatari’. La criminalità organizzata da un grammo di cocaina pura ci ricava addirittura 4.5 grammi di sostanza da commercializzare”.

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