Incendio nella notte in via Gerusalemme Liberata
Intorno alla mezzanotte un appartamento in via Gerusalemme Liberata è andato a fuoco, non si sono ancora accertate le cause ma l'innesco potrebbe essere dovuto all'esplosione di una bombola del gas
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I carabinieri forestali hanno denunciato cinque ditte della provincia di Ferrara per la gestione illecita di rifiuti edili
La Procura di Ferrara ha nuovamente chiesto l'archiviazione per l'allora direttore del distretto Sud-Est dell'Ausl di Ferrara e per un'operatrice telefonica del 118, inizialmente indagati per omicidio colposo relativamente alla morte di Francesco D'Antoni, deceduto ad Argenta il 20 marzo 2021 per infarto miocardico acuto
Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale
Massimiliano De Marco, presidente e legale rappresentante della Servizi Ospedalieri Spa, società appartenente al Gruppo Rekeep di Bologna, è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste nel processo relativo alla fornitura di mascherine facciali filtranti Ffp2 all'Azienda Sanitaria Locale di Bari
di Anja Rossi
Nell’attesa di riportare tutto palazzo Borghi agibile con nuovi finanziamenti per sistemare la sede storica, in occasione del 1° Maggio l’Archivio di Stato di Ferrara ha proposto una serie di visite guidate nella sua ala restaurata, ovvero l’ala Coramari, che prima del sisma era sede della biblioteca e degli uffici ed ora, dal 28 marzo scorso, è invece aperta al pubblico per la consultazione dei fondi archivistici.
La prima parte della visita è incentrata sulle nuove recenti scoperte che si sono avute durante i lavori dopo il sisma del maggio scorso. È dunque possibile vedere sia i soffitti a cassettoni presenti nelle stanze dell’ala Coramari, che prima erano coperti da cartongesso, sia la mostra di documenti provenienti dal fondo archivistico notarile antico di Ferrara “Per restaurare in più luochi alcuni difeti causati dal taramoto”, sulle conseguenze del terremoto del 1570 e realizzata a cura di Laura Graziani Secchieri. “Tramite l’esposizione di alcuni documenti del tempo, l’Archivio diventa un luogo ancora più fruibile, attraverso atti all’apparenza aridi che invece nascondono personalità e caratteristiche interessanti” spiega la stessa Secchieri. Infine, vengono raccontate le vicissitudini storiche che portarono al riutilizzo del materiale edile che componeva l’edificio per il gioco della pallacorda, per costruire l’ala in cui ora si trova l’Archivio. “Quando durante i lavori per sistemare i danni causati dal sisma è stato ritrovato dell’intonaco nero per me è stata una conferma del fatto che il salone della Racchetta esistesse veramente e fosse qui” spiega emozionata Laura Graziani Secchieri, che inoltre anticipa che fra luglio e agosto verranno restaurati i mobili del Luogo Pio degli Esposti, presenti al palazzo Borghi.
La seconda parte della visita riguarda invece in maniera diretta il materiale archivistico, attraverso la possibilità per il visitatore di vedere da vicino alcuni documenti provenienti dai principali fondi conservati nell’istituto. “Se prima l’Archivio aveva solo una funzione amministrativa ed era collegato a quello di Bologna – spiega l’archivista Roberta Folchi – dal 1955 nasce l’esigenza di riunire tutti i fondi appartenenti allo Stato, oltre a quelli di enti pubblici non territoriali e a quelli provenienti da famiglie e privati, diventando così un luogo della memoria e della cultura. I documenti infatti perdono la loro connotazione solo amministrativa per diventare anche una fonte storica e genealogica, di ricerca sotto molteplici aspetti. Sotto quest’ultimo aspetto, ora vorremmo incamerare anche l’archivio storico del carcere di Ferrara, per il suo forte valore documentaristico soprattutto per il periodo fascista”.
Successivamente, l’archivista Davide Guarnieri ha esposto ai presenti alcuni esempi di documenti provenienti dall’archivio della prefettura e della questura, che diventano spesso strumenti di ricerca assai utili per ricostruire avvenimenti storici importanti, quali quelli riguardanti la schedatura di alcuni anarchici, di dissidenti politici e anche di ebrei durante il fascismo, come il fascicolo su Carlo Schöneit e sulla deportazione della sua famiglia. L’archivista invita infine i presenti a proporre in futuro proposte di ricerca, ponendo però una critica sulla “follia della ricerca storica in Italia”, “totalmente condizionata da lunghi passaggi burocratici e dal controllo del ministero degli Interni”.
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