Politica
8 Aprile 2013
La presidente preoccupata per i tagli da decreto per debiti alle imprese

Sblocca fondi. Zappaterra: “Meglio andare tutti a casa”

di Marco Zavagli | 3 min

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admin-ajax.phpVia libera ai pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese. Finché ci saranno le pubbliche amministrazioni però. L’atteso sblocco ai fondi degli enti locali per i debiti commerciali scaduti verso le imprese nasconde un pericolo di bilancio. Quello delle stesse p.a. Almeno per quanto riguarda le province. Lo aveva già affermato venerdì scorso il presidente dell’Upi, Antonio Saitta: “Se verrà confermato il taglio di 1,2 miliardi di euro, saranno a rischio la sicurezza di decine di migliaia di km di strade provinciale e di migliaia di edifici scolastici, dove non potremo più garantire servizi e manutenzione”.

Dopo l’incontro con il ministro dell’Economia Vittorio Grilli le province si attendevano misure meno drastiche. Ora, il decreto varato ieri dal Consiglio dei Ministri ha stabilito i criteri di ripartizione dei tagli previsti dalla spending review nei confronti delle Province. Secondo quanto spiega una nota di Palazzo Chigi, nel caso in cui non si trovi l’intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali “si prevede che, per gli anni 2012 e seguenti, ad eccezione del 2013 e 2014, le riduzioni saranno operate in proporzione alle spese per consumi intermedi”. La ripartizione è confluita nel decreto sulla liquidazione dei debiti commerciali assieme al rinvio della Tares e ad alcune misure per il riequilibrio dei bilanci regionali.

Comuni e Province possono pagare da subito il 50% del debito con la cassa che hanno a disposizione, mentre per il restante dovranno chiedere un’autorizzazione ministeriale entro il prossimo 30 aprile a cui il ministero dovrà rispondere entro il 15 maggio, per poi comunicare alle aziende coinvolte entro il prossimo 31 maggio importi e date dei pagamenti dovuti. Le amministrazioni potranno cominciare a pagare i debiti subito dopo la pubblicazione del decreto, cioè da oggi.

Ma giusto il tempo di un primo esame del decreto e dall’Upi si alza di nuovo una voce di preoccupazione: “Continuiamo ad avere grossi dubbi sulla capacità che il decreto, cosi come è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, riesca davvero ad avere effetti immediati – è il timore di Saitta -. Ci sono ancora troppi vincoli che rischiano di impedire alle Province e ai Comuni di pagare, da subito, buona parte delle somme rimaste bloccate”. E per quanto riguarda la tabella dei tagli ai bilanci delle Province contenuta nel decreto pagamenti, “mostra nero su bianco – aggiunge Saitta – la drammaticità della situazione. Sono numeri impressionanti, con queste cifre le Province non potranno nemmeno chiudere i bilanci”.

Marcella Zappaterra, sentita alla vigilia dell’approvazione del decreto, aveva già ‘annusato l’aria’: “se confermano la prospettiva di raddoppiare i tagli alle province possiamo scordarci di chiudere il bilancio”. Una verifica dall’ufficio ragioneria e il gioco è fatto: dai 2,9 miliardi di euro in meno la Provincia di Ferrara passerebbe a 5,9. “In quel caso cosa ci resta da fare? Se già prima ci sentivamo ‘congelati’, ora possiamo dirci ‘impacchettati’. Tanto vale mandarci subito a casa e chiudere le province”. Così non sarà e quindi, l’unica soluzione – dovesse arrivare conferma dello scenario dipinto dal Castello – “sarà quella di restituire le deleghe alla Regione”. Vale a dire scuole, strade “e tutti gli interventi che non potremo più fare”. E poi? “E poi ci autodenunciamo per non aver rispettato il patto di stabilità”. Congelati, impacchettati e – si fa per dire – ammanettati…

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