di Anja Rossi
Ancora una volta Michelangelo Antonioni diventa una grande opportunità per Ferrara. Si è tenuta infatti ieri la cerimonia di presentazione e premiazione della borsa di studio promossa dal Lions club Ferrara Host e Lions club Ferrara Diamanti, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura, le Gallerie d’arte moderna e contemporanea di Ferrara, l’Istituto di storia contemporanea e con il patrocinio dell’Università di Ferrara. La borsa ha per oggetto la schedatura di parte della documentazione contenuta nel Fondo Antonioni con lo scopo di favorirne la fruizione e la valorizzazione e che trova attualmente deposito presso le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Si tratta di “una miniera emozionante 47.000 unità – spiega Maria Luisa Pacelli, direttrice delle Gallerie d’arte moderna e contemporanea – ovvero di 27.000 foto, oltre a 3000 volumi e 1700 dischi, tutti i premi ottenuti dal regista, una rassegna stampa tenuta in album che realizzava Antonioni stesso, e poi la cinepresa, la macchina fotografica e la racchetta con la quale giocava al tennis club Marfisa insieme a Giorgio Bassani”.
“Bisogna abbattere ‘le mura’ di questa Città, per dare a Ferrara l’importanza che ha, sotto una luce anche contemporanea e non ferma solo agli Estensi” sottolinea Daniele Seragnoli insieme a Alberto Boschi dell’Università di Ferrara. Giorgio Piacentini, presidente del Lions club Host, spiega come l’idea sia nata circa un anno fa e si sia concretizzata in maniera soddisfacente anche nell’entità “visto che si tratta di 6.000 euro, tutti versati dai soci come quota annuale e destinati totalmente per fare qualcosa che serve alla città”, poiché – continua Anna Quarzi della Lions club Diamanti – “le nostre sono associazioni di servizio, e l’obiettivo è di lavorare con i giovani per il proprio territorio, che in questo caso ha dato i natali ad Antonioni”.
Francesco Di Chiara è il vincitore ‘invidiato’ del premio, “invidiato da tutti noi per la fortuna che avrà di poter dedicare un anno di lavoro a tutto quel materiale straordinario” spiega la direttrice Pacelli. Francesco ha 35 anni e – come ricorda il vicesindaco Massimo Maisto – “andava al cinema già da giovanissimo, lo vedevo sempre quando facevo il cassiere”. Una passione che è continuata anche nel suo percorso universitario, laureandosi in Disciplina delle arti e dello spettacolo a Bologna, conseguendo a Ferrara nel 2010 il dottorato di ricerca sul cinema in Modelli, linguaggi, tradizioni nella cultura occidentale e specializzandosi poi in cinema italiano, oltre ad aver già svolto attività di catalogazione presso altri archivi cinematografici, tra cui quello presso la storica casa di produzione Titanus.
Le uniche difficoltà sembrano essere quelle logistiche per via del sisma, ma – sottolinea Di Chiara – “appena verranno definiti gli spazi verranno gestite anche le modalità di lavoro, che deve essere svolto entro un anno”.
Per Maisto “si è ricucito un rapporto tra Antonioni e Ferrara, dapprima realizzando la mostra al palazzo dei Diamanti e ora con l’archivio che va inventariato per diventare sempre più patrimonio della collettività, e tutto ciò è possibile anche grazie al ricco mondo associativo privato che ci sta aiutando concretamente”.
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