Economia e Lavoro
4 Aprile 2013
Fiom: “Subito contratti di solidarietà”. Zappaterra: “Ci incateneremo ai cancelli”

Berco, 611 esuberi

di Marco Zavagli | 2 min

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Vigilia di Natale finita a pugni tra due fratelli

Era la vigilia di Natale dello scorso anno. Per le feste si ritrovano assieme, con le rispettive famiglie, due fratelli tra i quali, per questioni legate all'eredità paterna, negli ultimi tempi non corre buon sangue. Il più giovane dei due, classe 1976, abita nella casa di Pieve di Cento ereditata come proprietà indivisa

admin-ajax.phpCopparo. È andato “male, anzi malissimo” l’incontro tra sindacati e proprietà. Sono pessime le notizie che arrivano da via Montebello a Ferrara, sede di Unindustria. Sono 611 gli esuberi previsti dal gruppo, che chiuderà anche lo stabilimento di Busano Canavese. Sullo specifico del “caso Copparo” i nuovi vertici della Berco (erano presenti l’amministratrice delegata Lucia Morselli, il vice Franco Tatò, Luca Braldi e Daniele Mingozzi) non sono entrati, preferendo fare un discorso complessivo che riassume anche i siti produttivi di Imola, Castelfranco Veneto e, appunto, Busano.

Il giorno prima c’era stato un primo faccia a faccia con le istituzioni, dal quale era emersa quella che la Provincia definisce “una situazione molto preoccupante”. E questo perché, a fronte di un gruppo che perde qualcosa come 20 milioni di euro l’anno, c’è un mercato sempre più scarso che viene affrontato con linee produttive non competitive. “Ci incateneremo ai cancelli di Berco se sarà necessario” promette Marcella Zappaterra, che si dice non disposta ad accettare “scelte unilaterali fatte sulla pelle dei dipendenti; vogliamo che si mettano in campo tutti gli strumenti utili, a  partire dai contratti di solidarietà, per affrontare l’emergenza e ripartire senza deprimere ulteriormente i livelli occupazionali e senza impoverire il sito di Copparo”.

Sui contratti di solidarietà non transigono nemmeno i sindacati, che ricordano come il 30 aprile scada la cassa integrazione straordinaria. “Il quadro è grave – ammette Mario Nardini della Fiom -; ci è stato prospettato un ulteriore calo della produzione, che passerà dalle 186mila tonnellate dell’anno scorso a una previsione di 158mila; vengono poi i 611 esuberi e l’eventuale esternalizzazione di alcuni stabilimenti e la volontà della proprietà di rinegoziare i contratti aziendali”.

Se sugli ammortizzatori sociali c’è già la pressione dei sindacati per richiedere i contratti di solidarietà a 24 mesi, sul fronte della contrattazione Nardini lamenta “l’assenza di un piano industriale. Ci dicono che il 2013 è già in perdita, ma lo sono stati anche i 4 anni passati. Non ci riescono a spiegare perché a fronte di un piano aziendale che ha visto 410 licenziamenti, il management non abbia compiuto i passi promessi”. In parole povere “noi facciamo i sacrifici e loro stanno a guardare”. Ai nuovi vertici i sindacati hanno chiesto quindi di presentare un piano industriale e accedere ai contratti di solidarietà.

Ora si attende l’incontro di domani in Regione e quello del 10 al Ministero.

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