Eventi e cultura
21 Marzo 2013
Riapre a nove mesi dal terremoto la sede di corso Giovecca con due sorprese

L’Archivio dov’era ma non com’era

di Redazione | 3 min

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Loretta Vancini e Laura Graziani

Loretta Vancini e Laura Graziani

di Anja Rossi

Ultimi preparativi per  “L’Archivio dov’era ma non com’era”. Infatti, a nove mesi di distanza dal terremoto che colpì duramente il palazzo dell’Archivio di Stato di Ferrara, venerdì 22 marzo sarà inaugurata alle ore 19 la riapertura al pubblico della sede di corso della Giovecca 146.

“L’ala restaurata, di origine seicentesca, è quella che confina con via Coramari e ospiterà una sala di accoglienza e delle aule studio per la consultazione, situate su tre piani. Rimane invece chiusa al pubblico la parte monumentale, dove prima del terremoto del 2012 erano situate le aule studio e gli uffici, mentre, rimane fortunatamente illeso il deposito con oltre 12 chilometri di scaffali” spiega Loretta Vancini, direttrice dell’Archivio di Stato.

“Due emozionanti scoperte sono avvenute con i lavori – afferma invece l’architetto Laura Graziani dell’Archivio di Stato di Ferrara –; la prima riguarda i soffitti in legno, che risalgono al 1630, riemersi grazie ai danni provocati dal sisma poiché intorno al 1960 erano stati coperti come soluzione antincendio. La seconda – continua l’architetto – riguarda la conferma dell’esistenza di un salone nelle adiacenze del palazzo, utilizzato per il gioco della racchetta dall’allora proprietario Alberto Penna. Il salone aveva le pareti e il soffitto decorato di nero poiché la pallina veniva impolverata di bianco per segnare i punti realizzati. Prima il riferimento all’esistenza di questa sala poi smantellata e utilizzata per realizzare parti del palazzo era solo cartaceo, ma coi lavori abbiamo trovato alcune travi di legno colorate e un pezzo di muro nero a conferma delle carte”.

Nell’ambito degli eventi del Salone dell’arte del restauro e della conservazione dei beni culturali e ambientali, all’inaugurazione di venerdì interverranno la dottoressa Loretta Vancini e l’architetto Carla Di Francesco, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna. A seguire, sarà proposta ai partecipanti una visita guidata all’ala restaurata a cura dell’architetto Keoma Ambrogio della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Ravenna, che ha progettato e diretto i lavori di restauro dell’Archivio.

Contestualmente all’apertura, sarà inaugurata anche la mostra storico-documentaria “Per restaurare in più luochi alcuni difeti causati dal taramoto” curata dall’architetto Laura Graziani, con una visita guidata alla mostra che comprende documenti provenienti dal fondo notarile antico dell’Archivio di Ferrara sui danni causati dal terremoto del 1570. “Si tratta – come spiega la stessa Laura Graziani – di rogiti notarili del periodo compreso tra il 1570 e il 1586, che danno informazioni fondamentali su quell’epoca come l’esistenza di rifugi provvisori che ospitavano i ferraresi colpiti dal terremoto. Un esempio è il caso della famiglia Contrari che, dopo aver subito forti lesioni al palazzo tra via Contrari e via Canonica, si era trasferita provvisoriamente con delle tende nel giardino di un amico in via Borgo dei leoni”.

La mostra, dopo l’inaugurazione, rimarrà aperta al pubblico dal 28 marzo al 28 aprile.

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