Economia e Lavoro
8 Marzo 2013
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Nel 2012 l’imprenditoria rosa chiude con un saldo positivo

di Redazione | 3 min

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admin-ajax.phpLa tenacia nelle avversità è una caratteristica delle donne e le imprenditrici ferraresi, alle prese con una crisi che non sembra attenuarsi, ne sono una ulteriore riprova. Negli ultimi dodici mesi, infatti, l’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara segnala una maggior tenuta nella dinamica anagrafica delle imprese in rosa: nel 2012 – anno durante il quale lo stock delle imprese ferraresi si è complessivamente ridotto di 139 unità – il numero delle imprese femminili ha fatto registrare un incremento (+36), attestandosi al valore di 8.013 imprese, pari al 21,5% del totale di imprese operanti nella nostra provincia, valore in media con quello dell’intera regione (20,8%), ma inferiore a quello medio nazionale (23,5%).

Ogni 100 iscrizioni avvenute nell’ultimo anno, 27 sono state imprese femminili, mentre tra le cessazioni non d’ufficio, solo una su quattro è stata “rosa”.

Quando il saldo della movimentazione del sistema imprenditoriale ferrarese è stato complessivamente negativo, tra le imprese femminili la differenza tra iscrizioni e cessazioni è stata positiva (+26 unità), alla quale vanno aggiunte anche le modifiche di sede di unità produttive da altre province, così da incrementare la variazione dello stock a fine anno. Rispetto alo scorso anno risultano in aumento le iscrizioni ed in diminuzione le cessazioni.

Forme giuridiche. L’imprenditoria femminile è particolarmente diffusa nell’ambito delle imprese individuali (23,9% del totale di questa categoria), mentre nelle società di capitali scende al 15,4%.

Ogni 100 imprese femminili, 68 sono imprese individuali. Si tratta quindi imprese un po’ meno strutturate, ma in forte evoluzione. Nel corso del 2012 il saldo tra iscrizioni e cessazioni per forma giuridica tra le imprese rosa è stato positivo per tutte le tipologie, ad eccezione che per le società di persone, mentre tra le imprese non femminili si registra un saldo pesantemente negativo per le imprese individuali. Le forme giuridiche collettive sono quelle che contribuiscono maggiormente alla tenuta dello stock, ma anche le imprese individuali – le più semplici e più numerose in assoluto, si confermano lo strumento più attrattivo per le donne che scelgono di fare impresa, mostrano una certa tenuta.

Settori di attività. Il 33,8% delle imprese del Turismo sono “femminili”; l’imprenditore “donna” è però presente soprattutto nelle Altre attività di servizi che comprendono i servizi alla persona (57,8% del totale), nella Sanità, nei Servizi alle imprese e nel commercio (quasi il 28%).

Nel corso del 2012, ad andare meglio, i Servizi di alloggio e ristorazione (+23 la variazione dello stock a fine anno) e le Costruzioni (+19). Nel Commercio (-21) e nelle Attività manifatturiere (-19), invece, si concentrano le riduzioni più apprezzabili della base imprenditoriale rosa, settori che hanno comunque rallentato nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno le loro contrazioni.

Distribuzione per comune. Il comune caratterizzato dalla maggiore presenza imprenditoriale femminile rimane Massa Fiscaglia, dove la percentuale di imprese rosa sul totale è del 26,3% (contro la media provinciale del 21,5% e di quella nazionale del 23,5%). In fondo alla classifica troviamo invece Goro, che conta meno di 129 aziende femminili su 1000, ma che tuttavia, insieme a Poggio Renatico e Masi Torello, ha fatto registrare gli incrementi più alti negli ultimi dodici mesi.

Nell’imprenditorialità femminile, il peso delle imprese che possono essere definite anche giovanili (imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone di età inferiore ai 35 anni) sta aumentando, al contrario di quanto sta avvenendo tra le imprese maschili.

Tra le imprese femminili aumenta anche il peso di quello straniere: ad oggi se ne registrano 7 ogni 100, una in più rispetto allo scorso anno, con incrementi annuali superiori alle corrispondenti imprese straniere non gestite da donne. E se tra le extracomunitarie che vengono a fare impresa a Ferrara primeggiano le cinesi (una impresa su quattro tra quelle con titolare straniera è cinese), anche rumene, nigeriane e marocchine sono numerose.

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