Sono finiti in manette gli autori della rapina dello scorso 5 luglio ai danni di una signora con problemi deambulatori di San Bartolomeo in Bosco, legata e imbavagliata in casa sotto la minaccia di un coltello (vai all’articolo). Si tratta di due moldavi, il 20enne Andrei Cebaniuc e il 26enne Mihail Rusu,tratti in arresto in quasi flagranza con l’accusa di rapina aggravata in concorso. Un terzo moldavo, il 26enne Alexei Hincu, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato, per aver tentato di fuggire alla cattura e aver urtato l’auto dei carabinieri con la vettura con la quale stava trasportando gli autori della rapina e un quarto moldavo, il 33enne B.R., denunciato in statop di libertà assieme a Hincu per rapina aggravata in concorso. Il 33enne B.R. è infatti accusato di aver fatto da palo all’esterno dell’abitazione durante la rapina.
A risolvere in poco tempo in caso sono stati i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Ferrara che, dopo aver appreso alle 9.30 della rapina in via Sgarbata al civico 259 ai danni dell’anziana, ha avviato le ricerche soprattutto nella zona circostante. L’abitazione presa di mira dai malviventi, infatti, è isolata e il retro, da dove hanno fatto irrusione i banditi, dà sui campi. Proprio per i campi si è intuito che i malviventi potessero aver fatto perdere, a piedi, le proprie tracce. Le prime informazioni raccolte dalla vittima della rapina parlavano di due giovani, di giovane età, con passamontagna indossato, presumibilmente dell’Est Europa, che si erano introdotti in casa tramite una porta posteriore (tra l’altro priva di segni di effrazione) e, sotto la minaccia di un coltello trovato in cucina, avevano legato ed imbavagliato la proprietaria intimandogli di consegnare l’oro ed i soldi che doveva avere.
Uno dei due è rimasto al piano inferiore col coltello mentre il complice si è portato al piano superiore. Entrambi hanno rovistato ovunque, portando via dell’oro ed un telefono cellulare, fra l’altro appartenenti alla badante dell’anziana che si era da poco recata a fare la spesa. Per comprendere la pericolosità dei soggetti e la loro efferatezza è sufficente un particolare: il rapinatore che era rimasto al piano inferiore, alla richiesta della signora di poter respirare, invece di strapparle il nastro dalla bocca, vi ha praticato un taglio infilandole la lama fra le labbra. Un altro particolare emerso era che lo stesso rapinatore aveva in mano una radio ricetrasmittente con la quale comunicava con qualcuno.

Andrei Cebaniuc
Oltre alle auto veloci in turno, i carabinieri hanno impegnato nelle ricerche anche due autovetture di copertura con militari in borghese. Si è giustamente pensato che i due banditi fuiggiti fra i campi a piedi avessero qualche complice pronto con un’auto a raccoglierli. Nella zona di S. Egidio, circa un’ora dopo, i carabinieri in borghese hanno infatti notato una VW Passat di colore grigio con il solo autista a bordo, una vettura che seppur non destasse sospetto per la presenza di una sola persona, si è pensato di tenere d’occhio a distanza perché l’autista poteva essere dell’Est Europa e la targa dell’auto, bulgara, rafforzava l’ipotesi.
Dopo circa mezz’ora di osservazione infatti, la Passat ha imboccato via Basaglia (una strada chiusa al cui termine iniziano i campi) e, da lontano, i militari hanno visto salire sull’auto tre persone provenienti dai campi coltivati lì vicino. Immediatamente, una delle autovetture “civetta”, si è immessa in via Basaglia e si è posta di traverso alla strada in modo da bloccare vie di fuga. Invece di arrestare la propria corsa, la Passat, tentando di evitare il controllo, ha effettuato delle strane manovre finendo per scontrarsi frontalmente con l’autovettura di servizio. Il secondo equipaggio dei carabinieri, che era dietro al primo, è giunto immediatamente a supporto dei colleghi, bloccando i quattro individui a bordo del veicolo prima che potessero fuggire a piedi nuovamente per i campi. Nel frattempo si sono portati sul posto via via altri carabinieri in uniforme e non, per poi procedere alla perquisizione personale e veicolare dei fermati.

Mihail Rusu
A bordo della vettura non si è trovato nulla, ma l’abbigliamento di due passeggeri corrispondeva perfettamente a quello dei rapinatori descritto dalla vittima. Motivo per il quale, avendo forti sospetti che avessero poco prima commesso la rapina e magari occultata la refurtiva nel campo lì vicino, è stato effettuato un accurato sopralluogo. Purtroppo i carabinieri non sono riusciti a rinvenire la refurtiva ma, opportunamente nascoste sotto un albero in un campo, sono state trovate due radio ricetrasmittenti di colore giallo, perfettamente funzionanti e sintonizzate sullo stesso canale, identiche a quella che aveva in mano il rapinatore. A quel punto i militari hanno deciso di portare i quattro presso la sede del Comando Provinciale Carabinieri per tutti gli accertamenti del caso. Le indagini e gli accertamenti condotti in seguito hanno consentivano di identificare con assoluta certezza che i due cittadini moldavi erano proprio quelli introdottisi nell’abitazione di San Bartolomeo qualche ora prima.

Alexei Hincu
Le successive perquisizioni domiciliari hanno consentito di ritrovare materiale vario (e di dubbia provenienza) compatibile con quello utilizzato per le rapine. In particolare sono state rinvenute diverse radio ricetrasmittenti, torce, nastri da imballaggio e trasparenti, un binocolo, una pistola giocattolo e diversi cappucci e passamontagna. A conclusione delle attività, i tre arrestati sono stati condotti in carcere a Ferrara, su disposizione del pm di turno, la dottoressa Cavallo.
I carabinieri sono inoltre al lavoro per chiarire la posizione del quarto uomo, quello che probabilmente faceva da palo ma che nessuno ha visto in quanto sarebbe rimasto all’esterno dell’abitazione. E di chi possa aver fornito le chiavi, o una copia delle chiavi, della porta sul retro che non presenta segni di effrazione e dalla quale sono entrati i rapinatori. Si pensa a una della badanti, o sostitute badanti, che in passato hanno accudito l’anziana.
La scelta delle vittime, l’utilizzo delle radio ricetrasmittenti, l’avvicinamento e la successiva fuga dall’obiettivo attuata per chilometri a piedi nascosti nei campi, il fatto di non portare mai nulla sulla persona con occultamento immediato della refurtiva, armi e strumenti utilizzati per i reati, fa pensare che si tratti di persone dalla capacità delinquenziale affinata e non certamente improvvisata. Ancora una volta, la rapidità, l’intuizione e il coordinamento messo in atto dall’Arma di Ferrara e in particolare dal Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno consentito di individuare e bloccare un gruppo di persone assolutamente pericolose che, se non fermate tempestivamente, avrebbero messo in atto altri reati simili, magari con conseguenze ulteriori e ancora peggiori. Si indaga anche per capire se gli arrestati, nonché la persona denunciata, possano essere gli autori di altri furti o rapine commessi recentemente a Ferrara e dintorni.
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