Cronaca
10 Giugno 2012
La protezione civile risponde alle domande sul report Grandi rischi

Nuove scosse, operazione anti-panico

di Redazione | 4 min

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(foto di Matilde Morselli)

Dopo l’allarme suscitato dall’ultima relazione della Commissione Grandi rischi (secondo la quale “nel caso di una ripresa dell’attività sismica nell’area già interessata dalla sequenza in corso, è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza”), la protezione civile corre ai ripari. E pubblica sul proprio sito una sorta di “faq”, un elenco delle risposte alle domande più frequenti arrivate al contact center del dipartimento.

La prima preoccupazione che gli uomini di Gabrielli cercano di arginare è quella di un eventuale nuovo terremoto nella provincia di Ferrara. Sul punto “lo stato attuale delle conoscenze – premette la protezione civile – non consente di stabilire quante scosse e di quale intensità potranno ancora interessare la stessa area. Si ricorda che forti terremoti sono comunemente accompagnati da altre scosse, ma ogni previsione che indichi con precisione data, ora e luogo, e magnitudo di futuri eventi è priva di ogni fondamento”.

Nelle zone interessate dagli eventi maggiori del 20 e 29 maggio, la sismicità, nella fase attuale, sta lentamente decrescendo, cioè le scosse di assestamento stanno diminuendo in numero e dimensione, ma non è possibile stabilire con certezza quale sarà l’evoluzione dei fenomeni.

“La Commissione Grandi Rischi – continua la risposta -, settore rischio sismico, in un documento presentato al Dipartimento della protezione civile e al Governo, ha nuovamente ribadito che i terremoti non possono essere previsti. La Commissione ha dichiarato anche che nel caso si riacutizzasse l’attività sismica nell’area già interessata dalla sequenza in corso, essa si concentrerebbe con maggiore probabilità nel settore orientale, nella zona compresa tra Finale Emilia e Ferrara, anche con eventi di magnitudo paragonabili a quelli del 20 e 29 maggio.

Questa interpretazione “fa riferimento al fatto che rispetto alla struttura, lunga 45 chilometri, da cui sta avendo origine l’attività sismica in corso, l’evento del 20, di magnitudo 5.9, ha coinvolto la parte centrale, tra Finale Emilia e San Felice sul Panaro, e l’evento del 29, di magnitudo 5.8, è stato causato dalla rottura del settore occidentale, da San Felice al Panaro verso Mirandola. La porzione orientale, da Finale Emilia verso Ferrara, ha registrato invece ad oggi eventi con magnitudo fino a 5.1”.

Infine, con riferimento alla possibilità di prevedere terremoti, “si ricorda che gran parte del territorio nazionale è caratterizzato da pericolosità sismica e che quindi non si può escludere che in qualsiasi momento possano verificarsi terremoti anche di forte intensità in altre aree del Paese”.

A non far dormire sonni tranquilli ai ferraresi è però la locazione “significativa probabilità”, con la qualela Commissione valuta che, allo stato attuale delle conoscenze, se l’attività sismica – che nella fase attuale sta lentamente decrescendo – dovesse intensificarsi nelle zone già colpite dal terremoto, e la struttura da cui sta avendo origine la sequenza in corso dovesse nuovamente causare forti terremoti, ciò accadrebbe con maggiore probabilità nel settore orientale rispetto ai settori centrale e occidentale”.

L’ipotetico terremoto sarebbe paragonabile ai maggiori eventi registrati nelle settimane scorse (magnitudo di 5.9 del 20 maggio e magnitudo 5.8 del 29 maggio). “Questa magnitudo è del resto in linea con quanto previsto dalla classificazione sismica attualmente vigente che ha assegnato a queste zone una magnitudo di massimo 6.2. Anche i valori dello scuotimento del terreno registrati nelle ultime settimane sono compatibili con quanto previsto dalla classificazione sismica. A tutt’oggi non ci sono pertanto elementi per concludere che la sequenza sismica emiliana si tratti di un evento non contemplato al di fuori della normativa vigente”.

Cosa fare per le proprie abitazioni? Anche questa è una domanda ricorrente, di fronte alla quale si parte dal presupposto che si sia a conoscenza di come è stata costruita la casa. “Se è stata progettata e realizzata con criteri antisismici o se sono stati fatti interventi per renderla più resistente, si può ritenere che l’abitazione sia sicura. Se invece non si conosce come è stata progettata e realizzata, se ha già subito danneggiamenti in conseguenza dell’attività in corso, se non ci si sente al sicuro è consigliato di rivolgersi ad un tecnico di fiducia o al Comune per chiedere una verifica. Se necessario, se non si trova ospitalità da parenti o amici, si provvederà a offrire una sistemazione alloggiativa alternativa”.

Per la verifica della casa ci si può rivolgere ad un tecnico di fiducia. Oppure al Comune di residenza. La protezione civile in queste ore sta valutando le modalità con cui fornire supporto ai tecnici comunali e ai Vigili del Fuoco. Per avere informazioni sulla sicurezza dell’edificio in cui si lavora, invece, occorre rivolgersi al responsabile della sicurezza dell’azienda che è a conoscenza delle caratteristiche strutturali dell’edificio. Nella maggior parte dei casi il responsabile della sicurezza coincide con il datore di lavoro. È infatti responsabilità del titolare dell’attività produttiva richiedere la verifica di agibilità della struttura a squadre di tecnici specializzati, nel caso in cui le strutture presentino crepe o lievi danneggiamenti.

Un’ultima domanda, e un’ultima risposta, riguardano gli esami di maturità in una scuola in provincia di Ferrara. Sulle scuole sono in fase di completamento i sopralluoghi specifici. Qualora non fossero giudicate sicure, gli esami saranno spostati in altre strutture.

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