Un Manifesto pedagogico per “uscire dal pregiudizio che attribuisce unicamente all’asilo pubblico qualità e sicurezza”. Così Patrizia Bertelli spiega l’iniziativa messa in campo dalle cooperative sociali ferraresi appartenenti al Consorzio Res, di cui è presidente: la redazione di un documento che raccoglie e specifica i principi e le metodologie del “fare educazione” in cooperativa.
Una carta d’identità per le sette maggiori realtà attive a Ferrara e provincia – Camelot, Le Pagine, Acli Coccinelle, GiroGiroTondo, Il Germoglio, Serena, Cidas -, ma anche una risposta alla sfida lanciata dalla recente polemica sulle esternalizzazioni. “Non vogliamo creare contrapposizioni – sottolinea Bertelli -. L’obiettivo di questo Manifesto è enucleare gli aspetti peculiari alla gestione cooperativa nei servizi per l’infanzia, delineare il suo carattere, e rendere evidente la capacità gestionale di un modello sul quale aleggiano tanti pregiudizi. Il documento esce dalla dialettica dello scontro, vuole essere una risposta agita a livello attivo”. Il documento verrà presentato alla cittadinanza sabato 19, in un convegno che si terrà a partire dalle ore 9 presso San Girolamo dei Gesuati, in via Madama 40/a.
A spiegare la sua genesi interviene in conferenza stampa il vicepresidente del Consorzio Res, Biagio Misanelli: il Manifesto è frutto di un lavoro di scambio durato dei mesi, durante i quali gli educatori, i coordinatori e i presidenti delle diverse strutture hanno avuto modo di confrontare metodologie e linee guida, supportati dalla consulenza degli esperti dell’università di Bologna. Sono state organizzate numerose visite alle varie strutture, affinché al tavolo teorico si potesse affiancare un’esperienza conoscitiva sul campo.
Il Consorzio Res, cui le sette cooperative appartengono, è un organismo trasversale: avvicina infatti realtà aderenti sia alla centrale Legacoop che a quella Confcooperative. A presentare i risultati ottenuti dalla sinergia dunque, anche il presidente di Legacoop Andrea Benini e il responsabile welfare di Confcooperative Ruggero Villani. “Il Manifesto “legge” il bambino all’interno del gruppo familiare, e la famiglia all’interno del contesto territoriale: il legame è inscindibile – spiega Villani -. Esso inoltre considera l’educazione un bene pubblico. Se a livello nazionale nei fatti il sistema è sempre più particolaristico, il modello cooperativo sostiene invece l’universalità dei servizi. Il suo obiettivo primario è l’autonomia cognitiva, sociale e affettiva del minore: questa è la vera architrave del futuro. Non appartiene alla necessità del mercato di “girare”, ma alla testa delle nuove generazioni”. Il presidente di Legacoop appunta invece, in merito alle sinergie messe in campo per realizzare quest’iniziativa, come “essa rappresenti un positivo segnale di coesione. Le sette cooperative coinvolte lavorano in settori affini e spesso hanno dovuto competere tra loro. Il fatto che ora collaborino indica quanto, da parte loro, sia forte il valore dell’educazione inteso come bene comune”.
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