Cento. Si terrà questa mattina in carcere alle 11 l’udienza di convalida del fermo per Federico Fantoni, l’uomo reo confesso dell’omicidio di Marco Paltrinieri. Il 39enne di Dosso, difeso dall’avvocato Claudia Balboni, verrà sentito dal gip su quanto accadde la notte tra pasqua e pasquetta quando, al termine di una cena tra amici, ha sferrato con un coltello sei fendenti al corpo della vittima.
La famiglia di Paltrinieri (i genitori e il fratello) intanto ha incaricato l’avvocato Gisella Rossi di seguirla nel processo. Tanti sono ancora i particolari da chiarire, a partire dal movente,se ne esiste uno. Di fronte ai vuoti di memoria di Fantoni i famigliari “non riescono a spiegarsi come sia potuta scoppiare quella furia omicida – afferma l’avvocato Rossi – e vogliono essere cauti su alcuni dettagli emersi dalla prime indagini”. Come la cocaina che sarebbe girata alla cena, “della quale non ci risulta che Marco ne facesse uso”.
Domani alle 9 verrà affidato poi dalla procura l’incarico ai propri consulenti per eseguire l’autopsia. Accanto ai medici legali Rosa Maria audio (già sul luogo del delitto lunedì scorso per i primi rilievi) e Matteo Fabbri e alla tossicologa Francesca Righini, ci saranno i consulenti della difesa: Antonio Zanzi per l’esame autoptico e un altro specialista per quello tossicologico.
“Vogliamo sapere passo dopo passo cosa è successo quella notte – ribadisce l’avvocato Rossi – perché sono molte le cose che i famigliari non riescono a capire”. A cominciare dal perché la vittima rimase da solo con Fantoni, “un uomo che non era intimo di Marco, a differenza degli amici presenti alla cena; la stessa fidanzata Isabella, che lo aveva aiutato a mettere a posto la casa nel pomeriggio, lo aveva visto appena due volte in tutto”. Tra i dettagli che mancano ancora all’appello ci sono anche l’arma del delitto e la maglietta intrisa di sangue di cui Fantoni si sbarazzò – secondo la sua confessione – dopo l’omicidio, senza ricordare il luogo dove li gettò.
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