La direttiva Bolkenstein sarebbe “devastante se applicata, senza adeguati correttivi, al nostro sistema di stabilimenti balneari”. Lo sostiene il consigliere regionale Mauro Malaguti (Pdl) in un’interrogazione alla giunta di via Aldo Moro a Bologna chiedendo se “non intenda urgentemente impegnarsi, anche con la preposta Commissione al Turismo, in una serie di serrati incontri con le associazioni di categoria e con gli addetti del settore balneare al fine di individuare specifiche proposte da avanzare sul tavolo nazionale nell’ipotesi che oramai si possa solo intervenire sui criteri e le modalità di affidamento nella eventuale procedura di evidenza pubblica” e se, “ad esempio, non si voglia lavorare su ipotesi di equo indennizzo in relazione agli investimenti effettuati e al valore commerciale dell’azienda e sulla lunga durata delle concessioni al fine di garantire gli investimenti effettuati a da effettuare”.
In sostanza il timore di Malaguti, dato che a livello nazionale si sta dibattendo sulla urgentissima questione della direttiva Bolkenstein – che prevede una sorta di globalizzazione del mare con riassegnazione nel 2015 delle concessioni demaniali con gara a evidenza pubblica – è che se il Governo dovesse adottare tale direttiva per non incorrere in una procedura d’infrazione della comunità europea, “ci si troverebbe di fatto con gli stabilimenti balneari al collasso ed inimmaginabili conseguenze nel settore”. E dato che “un provvedimento legislativo da presentare alla Commissione europea richiederebbe tempi lunghi e la condivisione degli altri Paesi” e che “l’ipotesi di trasformare le concessioni in autorizzazioni, pare porterebbe alla procedura di infrazione”, la strada più percorribile sarebbe secondo Malaguti quella di “trovare una soluzione all’interno della direttiva con una applicazione che tenesse conto delle specificità delle nostre aziende e dell’impatto che potrebbe esserci sul nostro sistema economico”.
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