Lettere al Direttore
2 Marzo 2012

Cento, partecipare si poteva

di Redazione | 4 min

A un mese dalla nostra richiesta, legittima e legittimata da una delibera di Giunta Regionale di sola partecipazione ad una cosa che riguarda il futuro dei nostri figli e ancora in pieno silenzio da parte del sindaco Lodi, oggi, ci siamo rivolti nuovamente al difensore civico dott. Daniele Lugli, richiedendo un suo intervento più forte c/o il comune di Cento a sostegno della nostra richiesta. Il ridimensionamento scolastico a Cento, un processo così delicato, nuovo per il nostro territorio, accolto per un’ “emergenza” scuola a Cento già preesistente. Appesantito da problematiche particolari come ad esempio:

–          L’ovvio adottamento di un piano di “emergenza”, nel caso della mancata conclusione dei lavori per la costruzione della “nuova” scuola del Penzale nei tempi previsti.

–          La probabile negazione della possibilità di scelta da parte dei genitori di dove iscrivere il proprio figlio a seconda di quello che offrirà il singolo comprensivo anche negli anni successivi alla materna, avendo saltato la gradualità del procedimento necessaria nell’attuazione di questo percorso.

–           I criteri utilizzati nel caso di esubero di iscrizioni.

–          I criteri utilizzati per la divisione degli attuali Circoli. Probabilmente si ricorrerà a sorteggi. Un ulteriore esempio di mancanza di concertazione con le famiglie.

–           La richiesta di ulteriori sacrifici ai bambini che hanno già subito per anni un’emergenza scuola a Cento. Sacrifici ingiusto, iniquo e non conforme a nessuna norma del nostro ordinamento giuridico chiedere dei sacrifici a dei bambini per il bene della comunità, come ci è stato detto dal sindaco Lodi. Sofferenza che tra l’altro potrebbe essere attenuata in maniera significativa utilizzando una piccola parte degli investimenti previsti, probabilmente di alcuni milioni di euro, per acquistare attrezzature didattiche adeguate ai bambini dei due comprensivi di Cento capoluogo. Senza ricorrere a soluzioni incerte del tipo rivolgersi al buon cuore dei privati o probabili e facilmente intuibili soluzioni addirittura insufficienti e indecenti come il dividere i beni attualmente in possesso delle scuole medie nei quattro comprensivi.

Queste sono solo alcune considerazioni oggettive, che appesantiscono questo percorso.

Un processo quindi già complesso che assume una rilevanza particolare e eccezionale per l’intera cittadinanza centese, che è da affrontare con strumenti altrettanto particolari. Come una partecipazione ben più ampia e concreta di quella che sta accadendo nel nostro paese. “L’ampia partecipazione “ sbandierata a Cento, è come un contenitore, che da la parvenza, a chi lo vede dall’esterno, di essere pieno, ma in realtà è vuoto. Non certo una partecipazione come invece sottolinea e invita la delibera di Giunta Regionale, gli enti locali, di attivarsi a seguire. Anche in questo caso basterebbe poco. Un esempio semplice, pratico e senza costi. Basterebbe adottare ad esempio, il sistema utilizzato attualmente dal nostro consiglio comunale. Una diretta streaming dei tavoli tecnici e delle riunioni delle commissioni consiliari a tal riguardo. Registrazioni di tali dirette, consultabili. La possibilità di informarsi, associata alla possibilità e opportunità concessa  di presentare direttamente e contemporaneamente le proprie osservazioni e le proprie considerazioni, creerebbero le basi di una concreta partecipazione.

Partecipazione nel senso di attiva presenza, di adesione, di intervento, di confronto, di condivisione. Come parte di un processo. Il non delegare a nessuno le proprie responsabilità. E  non fare il semplice spettatore a cose fatte. Diamo per scontato che un genitore, per tutto quello che può, debba partecipare al futuro del proprio figlio. Scontato come il sole domattina sorgerà un’altra volta. Partecipazione non significa polemizzare, significa confronto, significa CONDIVISIONE. Ne più ne meno degli indirizzi dettati dalla delibera di Giunta regionale.

Siamo altrettanto convinti che per vincere la sfida della responsabilità della gestione della cosa pubblica essa, non può che passare da una connessione stabile e reciproca… da una contaminazione costante tra i cittadini e gli amministratori.

Il Comune dovrebbe essere inteso quindi come parte di una comunità , e mai viceversa come spesso intendono molti amministratori che vedono nel periodo elettorale l’unico momento di confronto e incontro con i cittadini. La NON risposta del sindaco Lodi alla nostra richiesta di partecipazione, fatta perché non sia leso il nostro diritto di contribuenti, ma soprattutto il nostro dovere di genitori a partecipare al futuro dei nostri figli, sottolinea questo aspetto. Noi siamo profondamente convinti di questo concetto. Lui assolutamente No.

Alessandro Ciucci per i genitori richiedenti

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