Dopo le mostre dedicate a Roberto Longhi, a Francesco Arcangeli e a Corrado Ricci, il Mar di Ravenna prosegue la sua indagine delle figure di primo piano della critica d’arte, rendendo omaggio a Giovanni Testori (1923-1993).

Si intitola “Miseria e splendore della carne” l’esposizione che ricostruisce questa figura complessa -di pittore, drammaturgo, giornalista, storico e critico d’arte -, che si è distinta in Italia per il coraggio di scegliere strade anche impervie perché distanti da quelle “maestre” dell’ufficialità.
Il suo sguardo sulla pittura di realtà, intesa nella sua epidermica evidenza, mostra tutta la miseria e lo splendore della vita. La preferenza verso temi protesi all’esaltazione delle domande ultime – le Erodiadi o le teste del Battista del Cairo, le Crocifissioni di Gaudenzio Ferrari e del Sacro Monte di Varallo, le figure di Tanzio al pari di quelle di Bacon o Giacometti – ne segnalano la personalità eccentrica, il coraggio dei risvolti più scabrosi, l’affermazione prepotente e tutta organica, e dunque corruttibile, della carne.

Il Museo d’Arte della Città inaugura un percorso espositivo volto a indagare i diversi periodi della storia dell’arte studiati dal critico milanese, gli artisti che più ha amato. Dall’11 febbraio al 17 giugno le sale saranno aperte alla curiosità dei visitatori, ai quali proporranno un viaggio ideale attraverso le grandi passioni di Testori: a partire dai suoi primi scritti su Manzù, Matisse, Morlotti, fino ai francesiCourbet e Géricault; dalla riscoperta della pittura di realtà in Lombardia del ‘500  ai “manieristi” lombardo piemontesi – Cerano, Morazzone, Tanzio da Varallo, Daniele Crespi, Cairo. Non mancheranno le opere dell’amatissimo Caravaggio, e nemmeno quelle dei grandi protagonisti della Nuova Oggettività – Dix, Grosz, Radzwill -. La mostra giungerà fino all’attenzione per i  Nuovi Selvaggi e per i Nuovi Ordinatori, e comprenderà anche artisti come Bacon, Giacometti, Sutherland, Sironi, Guttuso, Gruber, Marini, Vacchi, Varlin, Jardiel, Vallorz, Rainer,  Cucchi e Paladino.

Realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e curata da Claudio Spadoni, la rassegna presenterà anche un omaggio particolare, ovvero una selezione di ritratti fra i tanti eseguiti da diversi pittori per lo studioso. Essa è il frutto del lavoro collaborativo cui ha partecipato la Compagnia del Disegno di Milano e un prestigioso comitato scientifico, composto – oltre che dal curatore –  dalla presidente della Fondazione Roberto Longhi Mina Gregori, dal direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, dal critico e già presidente dell’Istituto per i beni culturali Ezio Raimondi, da Andrea Emiliani, già direttore della Pinacoteca di Bologna, e da Alain Toubas – erede di Testori -.