31 Agosto 2011
Operati 15 malati di sclerosi multipla: miglioramenti e nessuna complicazione

Una conferma del metodo Zamboni sull’asse Ferrara-Usa

di Redazione | 2 min

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“Un nuovo studio, unico nella storia della medicina per come è stato condotto dai team del prof. Paolo Zamboni a Ferrara e di Robert Zivadinov a Buffalo (Usa), conferma che la Ccsvi (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale) è associata alla sclerosi multipla (Sm). Conferma che la Pta (Percutaneous transluminal angioplasty), in mani sicure, è sicura. Conferma che questo trattamento può dare benefici ai malati di Sm. Aspettare ancora per dare il via a studi di trattamento è colpa grave. Non garantire fondi alle sperimentazioni terapeutiche è responsabilità altrettanto grave. I 60.000 malati di sclerosi multipla in Italia non possono e non vogliono più aspettare. Il tempo è loro implacabile nemico”. È quanto afferma Gisella Pandolfo, presidente nazionale del’associazione Ccsvi nella Sm, a proposito

Del nuovo studio pilota (l’EVT-MS: Endovascular Venous treatment for Multiple Sclerosis, pubblicato nei giorni scorsi sull’European Journal of Vascular and Endovascular Surgery) condotto insieme dalle equipe dei professori Paolo Zamboni a Ferrara e Robert Zivadinov a Buffalo. “I pazienti malati di Sm osservati sono 15, americani e italiani – prosegue Pandolfo -, sono stati operati a Ferrara e controllati a Buffalo”.

I pazienti sono stati divisi in due gruppi misti: il primo gruppo (ITG) è stato operato subito, il secondo (DTG) dopo sei mesi.  Tutti hanno continuato a prendere i farmaci abituali. Sono stati poi confrontati tutti i pazienti nei secondi sei mesi (follow up di 12 mesi), quando entrambi i gruppi erano stati operati. Infine si sono confrontati tutti i pazienti con quello che era il loro stato l’anno precedente, prima dell’angioplastica.

Risultato: tutti i malati di Sm analizzati avevano anche la Ccsvi; l’angioplastica dilalativa alle vene occluse o malformate ha migliorato la disabilità, fatto diminuire il numero delle ricadute e delle lesioni, migliorato sintomi come la stanchezza e le capacità cognitive. E questo senza nessuna complicazione.

Forte di questa prova scientifica, l’Associazione Ccsvi nella Sm, fatta da malati e familiari di malati afferma quindi che alla luce delle evidenze scientifiche, “aspettare ancora è cosa grave. Non finanziare studi di trattamento è altrettanto grave. L’obiettivo finale deve essere la presa in carico di questi malati dal servizio sanitario nazionale. Il ministero della Salute si muova, subito. Il tempo è nemico implacabile dei 60.000 malati italiani di sclerosi multipla e di Ccsvi, che non possono e non vogliono più aspettare”.

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