Vigarano
18 Luglio 2011
La denuncia di Legambiente: “Perché la Paron non è intervenuta?”

Amianto e plastica all’ex Orbit, si sapeva già nel ‘99

di Marco Zavagli | 3 min

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Vigarano Mainarda. “Legambiente sapeva che quel che nel 1999 bruciò nell’incendio dell’Orbit era costituto, non solo da scarti di cartiera (pulper), ma anche da notevoli quantità di bottiglie di plastica. Ed era per questo che, preoccupata che da quell’incendio a combustione lenta si fossero formate diossine, più volte chiese che fossero ricercate. Tutti invece parlavano di rifiuti di cartiera e sembrava che la plastica fosse relegata soltanto nella memoria storica di ambientalisti”. E invece non era così. È la denuncia che arriva dal circolo Legambiente dell’Alto Ferrarese per bocca di Albano Gozzi.

Proprio Gozzi, spulciando tra vecchi documenti ingialliti, ha trovato due preziosi “reperti”. Il primo, inviato ad amministrazione comunale e all’Arpa provinciale, è la relazione svolta dal Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Ausl, svolta dopo l’incendio scoppiato nell’azienda. E in questo documento, datato 15 settembre 1999, si parla di plastica: “un quantitativo di circa 5.000 t. di materiale, costituito principalmente da carta cartone e polietilene, secondo le dichiarazioni della ditta Orbit, era accumulato all’esterno del capannone, e presentava ancora focolai non completamente spenti; un cumulo dello stesso materiale ancora in combustione era stoccato all’interno del capannone e su questo erano crollati i “copponi” in cemento armato del solaio di copertura sui quali erano fissate le lastre in cemento amianto”.

Amianto e plastica. E il relativo pericolo era stato comunicato dal dottore responsabile provinciale del Progetto Amianto, Adolfo Buzzoni, che attendeva altre analisi per la determinazione di fibre di amianto disperse nell’aria. “Quest’ultima determinazione – spiegava allora l’Ausl – si è resa necessaria in quanto le lastre che costituivano la copertura del capannone contengono amianto e, sotto l’azione del fuoco, si sono degradate perdendo la fondamentale caratteristica di compattezza diventando una pericolosa fonte per aerodispersione di sostanza cancerogena”.

Il giorno stesso l’allora sindaco Rossano Bellini fece un’ordinanza che imponeva alla Orbit e alla proprietà del terreno di iniziare subito la bonifica del sito e terminarla entro il 15 ottobre 1999.

“Eravamo nel 1999 e da allora, non è stato fatto nulla per salvaguardare la salute dei cittadini, se non la copertura con i teli – lamenta Gozzi -; anzi, il rischio di gravi malattie per i cittadini è aumentato, visto che i teli da anni sono lacerati e permettono il diffondersi di sostanze estremamente volatili e nocive”.

Il Circolo Legambiente Alto Ferrarese punta allora il dito contro l’attuale sindaco Barbara Paron, assessore all’ambiente nella passata legislatura, chiedendosi come mai “non abbia pensato di tutelare la salute dei propri concittadini, almeno coprendo le falle dei teli, impedendo quindi il diffondersi nell’aria di sostanze che possono divenire mortali. La signora Paron, dovendo sapere ciò che era agli atti, non doveva aspettare una nuova segnalazione che certificasse la pericolosità dei rifiuti ex Orbit, per interessarsi del problema. Per la verità il suo interesse non ha ancora prodotto nulla, visto che le lacerazioni dei teli sono ancora attive nel lasciare trasportare dal vento le sostanze nocive”.

Il sindaco aveva già risposto a Estense.com (vai all’articolo), assicurando che non si sapeva nulla dell’amianto (“Eravamo rimasti alle vecchie analisi in cui non risultava”) e che comunque si sarebbe attivata al più presto per risolvere il problema. Un problema che, per sua stessa ammissione, era annoso: “E’ da anni che siamo in ballo con la Cmv per lo smaltimento di quei rifiuti, che doveva essere effettuato entro giugno. Un’inadempienza che era già stata denunciata”.

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