Vigarano Mainarda. Anche Legambiente lancia l’allarme amianto all’ex Orbit dopo la recente denuncia del Comitato Vigarano Pulito (vai all’articolo). “La ex Orbit di Vigarano – spiega il Circolo Alto Ferrarese di Legambiente – ha causato nel lontano anno 1999 un incendio arso per una quindicina di giorni. Questo capannone di Vigarano, adiacente alla ferrovia, con il tetto in Eternit (tipo amianto), era prevalentemente pieno di balle contenenti bottiglie in plastica, in attesa di essere portate al riciclaggio, oltre a scarti di cartiera”.
“Sono passati quasi dodici anni da quell’infausto evento – aggiunge l’associazione – e le autorità preposte alla tutela ambientale ed alla salute dei cittadini hanno ‘finalmente’ scoperto che in quella montagna di ceneri, coperta di teli che da anni sono a brandelli, e che lasciano ‘volare’ le ceneri (ad ogni piccolo soffio di vento) in tutto il territorio circostante, ed in particolare, nella vicina recente urbanizzazione abitativa, distante poche decine di metri, improvvisamente si scopre il cancerogeno”. Come già riportato anche da Estense.com, la presenza di amianto sarebbe del 13%. “Quantità enorme – secondo Legambiente – ma non basta: a nostro parere lì sono presenti anche diossine, che si formano sempre quando si brucia plastica, aspettiamo altri 12 anni per verificare ciò”?
S’impone dunque uno smaltimento tempestivo: “La normativa nazionale impone alla proprietà del sito, lo smaltimento ed il ripristino a sue spese; ove questo si defili, deve subentrare il Comune, che effettua questa bonifica addebitando la spesa al medesimo. Perché allora non si procede in questo senso? Il Sindaco, la Provincia, e tutte le autorità competenti, hanno perso troppo tempo, bisogna agire, mettendo al riparo da gravi malattie chi vive attorno alla Orbit, con una soluzione urgente e definitiva, da realizzare nel giro di massimo 15 giorni, che però deve essere veramente “definitiva”, non come si voleva fare appena alcuni mesi orsono, cioè trasportarli e addossarli agli argini della discarica di Molino Boschetti, o di Bondeno, che ovviamente non sono autorizzate per questo tipo di rifiuto”.
Sulla questione ritorna lo stesso Comitato Vigarano Pulito, soddisfatto nel constatare, attraverso lo stesso articolo di Estense.com, di essere finalmente “preso in seria considerazione dall’Amministrazione Comunale di Vigarano Mainarda”. “Siamo comunque molto perplessi – aggiunge il Comitato – nel leggere i toni di sorpresa con cui l’attuale Sindaco ha accolto la notizia. Risulta difficile capire come il nostro Sindaco che per anni ha ricoperto, nel mandato dell’ex Sindaco Palombo, la carica di Assessore all’Ambiente e alle Attività Produttive, sia stupita dall’esito delle analisi effettuate, che hanno individuato la presenza di sostanze tossiche nei rifiuti ex Orbit. Vorremmo sapere per quale motivo nessuno abbia mai provveduto a fare eseguire approfonditi esami su quei rifiuti; analisi necessarie, perchè sarebbero servite per procedere allo smaltimento. Ci chiediamo inoltre perché pur sapendo che il tetto era composto da eternit, la presenza di questa sostanza non sia stata da subito ricercata”. “E’ evidente – commenta il Comitato – che in 12 anni non si è nemmeno riusciti a capire la tipologia dei rifiuti. Siamo noi cittadini a rimanere stupiti per come le trascorse amministrazioni sono intervenute su questa vicenda. La cittadinanza oggi si aspetta che da subito, come primo intervento,vengano ripristinati i teloni di copertura che sappiamo benissimo non essere sufficienti a salvaguardare la salute pubblica, cosa che già dal giorno successivo alla segnalazione del Comitato Vigarano Pulito l’amministrazione avrebbe dovuto fare”.
L’intera vicenda è stata fatta inoltre oggetto di un’interpellanza del consigliere comunale Marcello Fortini (Di Più per Vigarano), il quale sostiene che la situazione deve essere affrontata “con l’intento di ristabilire le precise responsabilità dell’Amministrazione comunale, da un lato, e quelle del proprietario dell’area e dei rifiuti dall’altro”. Fortini ricorda che “l’onere dello smaltimento dei rifiuti e della bonifica del sito avrebbe dovuto essere affrontato dalla proprietà adempiendo all’ordinanza dell’allora sindaco Bellini”, e che “qualora il proprietario non avesse adempiuto entro i 90 giorni il Comune avrebbe dovuto agire in danno per mettere, subito, in sicurezza il sito e smaltire poi il materiale in una discarica idonea”. Una premesse per chiedere al primo cittadino Barbara Paron “perché non è stato dato corso, trascorsi i 90 giorni, al provvedimento sindacale con cui si ordinava lo sgombero dell’area”. Fortini, nella sua interpellanza chiede inoltre di sapere se “è stata fatta, allora, un’indagine per sapere se ci sono sostanze pericolose”, se “corrisponde al vero che, all’interno dei cumuli, c’è la presenza di amianto”, ma anche se “i teli di copertura garantiscono ancora l’impermeabilità dall’acqua piovana” e siano state fatte “indagini nel terreno per vedere se c’è stato versamento di percolato o di altre sostanze inquinanti”. Alla luce del rischio di inquinamento della falda secondo Fortini sarebbe poi opportuno predisporre un piano di caratterizzazione dell’area.
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