Gestione illecita di rifiuti edili, denunciate cinque ditte ferraresi
I carabinieri forestali hanno denunciato cinque ditte della provincia di Ferrara per la gestione illecita di rifiuti edili
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La Procura di Ferrara ha nuovamente chiesto l'archiviazione per l'allora direttore del distretto Sud-Est dell'Ausl di Ferrara e per un'operatrice telefonica del 118, inizialmente indagati per omicidio colposo relativamente alla morte di Francesco D'Antoni, deceduto ad Argenta il 20 marzo 2021 per infarto miocardico acuto
Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale
Massimiliano De Marco, presidente e legale rappresentante della Servizi Ospedalieri Spa, società appartenente al Gruppo Rekeep di Bologna, è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste nel processo relativo alla fornitura di mascherine facciali filtranti Ffp2 all'Azienda Sanitaria Locale di Bari
Dalla collaborazione tra Avis Ferrara e Unife nasce "I mercoledì del Donatore Universitario" per cui gli studenti potranno donare in gruppo nei mercoledì pomeriggio
L’autorevole rivista Nature, ha pubblicato il 25 maggio 2011, una lettera del professore ferrarese Paolo Zamboni, in risposta ad un articolo in cui si accusava il ricercatore italiano di utilizzare il popolo di facebook per favorire il finanziamento delle ricerche sulla Ccsvi (leggi).
La questione dell’utilizzo di face book e della rete era stata ripresa da molte testate fra cui ha fatto molto scalpore l’intervento di Eleonora Dusi pubblicato su repubblica.it il 28 aprile 2011 (leggi) affermando che la teoria del prof. Zamboni non “trova riscontri nella medicina ufficiale” ma che il grosso dibattito scaturito dai pazienti riuniti su facebook, “500 gruppi di persone che sostengono il suo trattamento” è in grado di influenzare le scelte. La Dusi riportava così le parole di Nature: “Con i nuovi social media – scrive Nature – medici e ricercatori devono darsi da fare di più per spiegare le loro teorie e far capire ai pazienti quali sono le loro ragioni nel promuovere o bocciare una nuova terapia. Politici e finanziatori si trovano di fronte a pressioni senza precedenti, che possono alterare le priorità della ricerca anche in assenza di dati scientifici credibili”.
Nature ha deciso di pubblicare la replica inviata loro dal professor Paolo Zamboni. Queste le parole del ricercatore ferrarese: “Vorrei che fosse chiaro che non ho giocato alcun ruolo nell’istigare la rivolta su Facebook per le mie ricerche. Non sono un attivista ma uno scienziato che ha pubblicato 27 studi peer-reviewed (revisionati da pari) sulla Ccsvi e la sua relazione con la Sclerosi Multipla in 18 riviste interdisciplinari. Questa ricerca è stata finanziata dal governo Italiano e da fondazioni bancarie, e le sovvenzioni sono state accettare da comitati scientifici secondo le usuali regole di assegnazione dei fondi per la ricerca”.
Il professore dell’Università di Ferrara aggiunge che “non credo che Facebook possa influenzare la direzione dei fondi per cambiare le priorità di ricerca o il giudizio della comunità scientifica. La Ccsvi è una condizione patologica descritta per la prima volta in letteratura 2 anni fa. Una ricerca di Google Scholar rivela che la Ccsvi è stata citata più di 2000 volte in varie pubblicazioni scientifiche. Evidentemente, la Ccsvi è un tema attuale non solo su facebook ma nella scienza – è interessante precisamente perché controverso”.
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