Cronaca
10 Aprile 2011
Un centinaio i partecipanti al laboratorio 'Da ex s. Anna a s. Rocco–Per un nuovo quartiere della città'

I cittadini immaginano il futuro dell’ospedale

di Redazione | 4 min

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Un centinaio di persone ha partecipato sabato mattina presso il chiostro di san Paolo al primo incontro del Laboratorio urbano sull’area ora occupata dall’ospedale: il titolo era infatti ‘Da ex s. Anna a s. Rocco – per un nuovo quartiere della città’. Il laboratorio si propone, secondo quanto scritto da Roberta Fusari (assessore comunale all’Urbanistica e all’Edilizia Privata e Pubblica) di essere “uno spazio di dialogo e condivisione degli obiettivi e dei valori di una città, dove immaginare, pensare, confrontarsi sul futuro in modo aperto e partecipato”. I suoi compiti sono: “informare, promuovere il dibattito, fornire strumenti di approfondimento, sviluppare atteggiamenti cooperativi, promuovere il territorio”.

Alle 9.30 la portavoce del Sindaco Anna Rosa Fava ha introdotto i lavori, ricordando che “dal 2002 è stato avviato uno studio per ipotizzare il futuro dell’attuale area Sant’Anna. La Commissione Lugli profilò l’ipotesi di collocare nell’anello di corso Giovecca tutte le funzioni sanitarie oggi dislocate nella città, con la creazione di una Cittadella della Salute. Inoltre, la Commissione tripartì la zone in macroaree: oltre a quella della cittadella (macroarea gialla) ne fu individuata una da riprogettare (rossa), destinata a residenza, commercio e terziario, ed un’altra (blu) per l’ampliamento dell’Università”.

Un’altra tappa di questa vicenda è datata 2007, quando “un gruppo di lavoro interaziendale, coordinato dall’architetto Preger, verificò la fattibilità del piano attraverso la vendita della macro-area rossa per 31 milioni”. Infine, nel novembre 2008 “il Consiglio Comunale approvò il Programma speciale d’area, che contiene i progetti individuati dalla Commissione e dal Gruppo interaziendale e costituisce variante al Piano regolatore generale”.

Il sindaco Tiziano Tagliani ha quindi porto il proprio saluto ai partecipanti: “su questi temi si può fare demagogia, oppure si può confrontarsi sui problemi, tenendo conto degli elementi reali, come stiamo facendo. Vi ringrazio per aver dedicato qualche ora a questo disegno, che fa crescere la città; il resto sono petizioni e lettere ai giornali, cose molto più semplici”. Il sindaco non ha escluso che il laboratorio possa occuparsi di altri temi: “si potrebbe valutare insieme se abbattere oppure no i grattacieli, o se far diventare il Parco urbano parte del Delta del Po”.

Intorno alle 10.30 i partecipanti (tra cui 27 alunni delle superiori) si sono divisi in quattro gruppi, ognuno dei quali moderato da due facilitatori appositamente formati, che hanno lavorato per due ore. Ciascun gruppo aveva a disposizione quattro cartelloni da riempire, in cui era chiesto di immaginarsi nel futuro. Uno era infatti intitolato: ‘2021, sono nel quartiere San Rocco e mi sento molto soddisfatto del piano di recupero del 2011 perché’, mentre un altro, all’opposto, ‘2021, sono nel quartiere San Rocco e mi sento molto deluso del piano di recupero del 2011 perché’. Un altro cartellone (dal titolo ‘ 2011/2021, propongo che’) chiedeva suggerimenti per il periodo di transizione, mentre un ultimo era aperto agli ‘Appunti fuori tema’.

Alle 12.30 un portavoce per ognuno dei gruppi ha esposto il risultato del lavoro. In sintesi, si può affermare che nel 2021 i partecipanti saranno soddisfatti se l’area sarà aperta e accessibile, sviluppata in maniera armonica (ossia senza essere destinata ad una sola funzione), e se sarà caratterizzata da benessere (salvaguardando il verde e magari creando centri di fitness), dalla presenza di servizi sanitari, da una viabilità fatta di parcheggi sotterranei e aree pedonali, da spazi di ritrovo (in particolare per giovani e associazionismo) e da piccole attività commerciali tipiche.

All’opposto, fra dieci anni prevarrà la delusione se non vi saranno state comunicazione e condivisione delle scelte, se la zona sarà degradata (anche dal punto di vista delle relazioni umane), se sarà prevalsa la monofunzionalità (ossia l’area sarà solo commerciale, solo residenziale o solo amministrativa), se i servizi sanitari saranno di qualità inferiore all’attuale oppure privatizzati, se il quartiere sarà scollegato dal resto della città, se il cemento prevarrà sul verde e se la zona sarà diventata pericolosa.

Infine, per quanto riguarda le proposte per il periodo di transizione 2011-2021 si è in generale chiesto che l’area rimanga aperta e fruibile, in particolare con spazi per eventi (Buskers, Internazionale), giovani, Conservatorio, studenti universitari, verde pubblico, ma anche per meditazione e spiritualità. Non è però mancato chi ha chiesto di tenere nel frattempo aperto l’attuale ospedale, e perfino di ristrutturarlo anziché aprirne un nuovo.

Nel pomeriggio i partecipanti hanno visitato l’ex ospedale di piazzetta Sant’Anna e l’attuale di corso Giovecca. I prossimi incontri si svolgeranno il 9 e 14 aprile ed il 19 maggio; ulteriori informazioni sul sito laboratoriourbano.comune.fe.it.

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